LIBRO PRIMO. 3 cui, e non d’altro cibar douea la iùareligioià pietà, reflò nel piccio- lo principio à quel Cielo ancora oicuro per lei, come depofito d’vnj voto à Dio, che andò nei fallo di quefl’acque la vera iàpienzapafcen-do, e dalle distillate Celeili rugiade, qual Conchiglia fecondata di puriflime perle,apprendendo ilnettarenutritiuoCnriiliano. Difce- io pofcia, e ipario al Mondo il Sangue Redentore ; oflinata lungamente ancor’à non conoicerlo Italia, e Roma, e perciò dalle barbare^ fierezze d’Attila, e d'altri crudeli Tiranni, flagellato, e pollo il tutto à ferro, e fuoco, coriè il più. nobil fiore de’Popoli à lauar la lor colpa in queft acque 5 e corfero infieme da Padoua, e da5 luoghi d'intorno, cornea loro principi), gli Henetimedefimi ad appoggiami, & ad erigere nello ileifofito della piantata Fortezza quello miracolo di Vene-tia. Città, prima che nata, ricettacolo di fmarriti, ricouero, naicen- origine di do,doppreili,nido in ogni tempo ficuro, e fedele. Non popolatali, ^netul • come Roma, rubando le Vergini, nè facendoli di icelerati afifo ,• ma. riceuendo caramente nel fèno chi cercaua fàluezza, e libertà. Vnica_ di tutto il Mondo da tante ilragi preièruata, 6c illeià. Vnica tra tutti gl’imperi regnati, e regnanti, c nakbiafi appianato i!fenderò, non con la forza, ma con l’innocenza al Dominio > ed vnica, che poffa venerarli Geroglifico di MARIA, fe fèmpreVergine fòconfècratapur ella il giorno ileifo Annuntiatiuo del Parto Diuino j quali che doueife 421 parimente naicer da lei alla Cattolica Religione l’antemurale iòilegno» Ora, come da vn’alto monte meglio fi comprendonoichiarori del Sol maturino, così fòura cima cotanto iublime fi darà principio adire di quella Republica. Di Templi, Edifici), e Palagi iùperbi non parlerai!?, parland’eifi emù- opc>\u‘ latori del fitonel farVenetia di moltiplicate marauigliemagnifica, e celebre. Meno delle prime forme di Gouerno introdotte, s egli farebbe , flandofi nel meriggio delle prefenti diurne, vn’andar cercando remoti iplendori tra i toichi barlumi di queirantica Aurora nafcente.. Sarà parimente omeifo leilenderiì à più, che di fèmplki tocchi d’intorno agli accidenti ciùili, e domeilici de’primi tempi, foliti, tanto ne’corpi, quanto negl’Imperij naturalmente à generarli ,come i mali, in tenera, e vacillante età non per anco affodata, e come quelli, elio per quefle acque diicorfi, poterono deporre finalmente i lor torbidi, e purificarli in vna perpetua fòrgente di quiete, e di virtù. Tralaicia-te lecoièpredette, e con effe nel proièguimento de’racconti, gli vii Cerimoniali, i TitoliRegij, e l’altre familiari formalità, chedifiùia-mente diilefè, e gittate nel mezzo, non (bruirebbero, che a confonder, ed impedir’il più diritto, e ichietto intendimento del già formalizzato fèntiero, iarà il filo dell’Opera preiènte tutto raccolto, cteilutodi que ioli accidenti, per le cui chiare vie fi è alle fuegrandezze Venetia condotta, e per le quali doueraifi inilradar’illuininata la penna. A 2 Naca