LIBRO DECIMOQVARTO. 3o? il Generale condotto à gli ftipendij, Giacomo Caualli, nato in Vero- ^/¿ce. na diconfpicuolignaggio, e d’alto grido. Egli, e idue Proueditori neraie. verio Treuigi fi moiTero appena, che al lor mouimento, ritiraronfì gli Auftriaci, efecer’alto in Friuli. Eranfigiàriuoltein fauordiLeopol- cito, e fi rk do le Città di Feltre, e Belluno 5 e Pietro Emo, purïn Treuigi Pretore j* ordinario, hauea ipinto Marin Soranzo, accompagnato da cinque- Frinii. cento iòldati, trà Infanteria, e Caualleria, in quei Territori), à corregger^ . Arriuatouil Caualli, fapute quelle riuolte, e di più, che hauefle il Duca eretto vn Forte, poco da Feltre diicoito, fi pofe in Campagna siau^y veriò colà con tutto l’efercito 5 accrefciutogli ancora, prima del fuo Fe' partire, da quattrocento Lancie, e cento Arcieri, mandatigli da Gio-uanni Saguto Capitano di molte adhereze 5 e in eflo militauano, oltreü lui,di Capi principali,Simon Schiauo,Condottiere di Caualleria,Giacomo Gonzaga, Giacomo Manfredi, Gerardo daCamino, eLodouico Conte daBarbiano. Caminaua ièguitato da quelle forze , quando vicino ad Vnigo, rincuorati li nemici da nuouo fpalleggio loro ar-riuato, repentinamente gli fi ferono incontro, ed attaccarono con-arditezza la pugna. Non può dirfi, ch’vn’improuifo affaito non infe- ^riaci /■ rifcaièmpre negli affiliti vn fommo fuantaggio 5 Pur’occorfe in quello attaccano. ciò, che rade volte iùccede ; che i primi, ch’entrano, retrocedano immediate . Retrocefferò à primi colpi auuentati gii Auftriaci 5 iconcer-taronfi, chiamaronfi vinti, volgendo le ipalle 5 reftonne vna gran parte Gtirompr c d’vccifi 5 e così grande fù la vittoria, che bailo il nome, e la fama fola-, prede y nigo per far ottener i^nza fangue la Terra d’Vnigo, volontariamente arren-dutafi. Proiègu. ppicia il Capitano, padrone della Campagna, all’at-tacco del Forte conftrutto, ed Spugnatolo, e tagliatoui à pezzi il pie- EfpHgmvn fidio, andò dirittamente ad accamparli d’intorno à Feltre, circonual- ^àFdnè. landola per ogni canto. Già ftietta, già più volte attaccata, e ciò, che più riempiua i difeniori di vn diiperato timore, furiofamente battuta^ da’colpi delle Artigliane, non /olite à ièntirfi in Italia, ftaua lioramai con le mura diroccate da più parti in angufto procinto di arrenderfi, ò perderli. Più allhora non potè tollerar Leopoldo,ch’ella gli periffe quali sù gli occhi propri] con tâta ignominia. Vibrò la mano à tuttolo sfor-zojrimife, aggrandì l’efercito,e dirizzoifi alla volta di Feltre,rifoluto d’at- l taccar’il noftro, tentar d’opprimerlo, e iòlleuar gli affediati dall’immi*- per andarla nente caduta. Sparie la fama antecipato l’auuiiò del grande apparato 5à batter. ed^ Venetia iàputaii, mentre andaualo l’Auftriaco appreftando, chiamo» i rifleflì di quelli Senatori à penfarui. Temeron molto, che l’attender il Duca in quel luogo, doue, capitando, era sforzato il combattere non ottante qualunque iùan raggio, foffe troppo riichio, per vincer Feltie, di poter perder T reuigi, e porre in contingenza il rimanente. Eleflero per allhora di euitarne il pericolo, & ordinarono al Caualli , di condurli di nuouo in Trenini, e trattenermi! fino ad altri pre- cJ • /■>