LIBRO VINTESIMOQVARTO. fyy tcrrironfi punto. Occuparono i Tuchi vna Collina dirimpetto al Cartello, per batterlo, ed eglino così bene corrifpoièr loro di artiglierie, di iàette, e d’altri inftromenti, che li coftrinfèro torto àsfrattami. Pofcia tormentati da feroce aiTalto, lo rifpinfero con fommo coraggio ; cin- ri' aue mila ne fuenarono in circa ; & in altri attentati pur’hebber forte di farne granrtrage. Finalmente dal tempo, e dalla gente perduta-auedutoiì Acmutt non tèmpre badante la forza contra vn’oftmato valore , fi tolfe da Napoli, e procurò sfogarli roiTor’, e la rabbia per quei 1 Turchi contorni. Depredò,& vccilè per tutto ; Scorie fino à Modon,e Coron; Napoli. Prefeui molte Cartella; Combattè il Zonchio tré giorni; ma indarno contraGioanniGraffo, chebrauo il difeiè, e terminato l’Autunno con quefti fatti, terminò aneli ei la Campagna, ritirolfi a’ quartieri ; ue. nè fi vede, che di vantaggio altroue MeemetoperaiTein periòna- . . ritirun0 Tutto il bene, che poteron cogliere i noftri da quella partenza, lo col- a Quartieri ièro. Scorfèro molto paeiè con inuafioni,e bottini ; Tentarono di oc-cupar’vn Cartello, ma lènza effetto ; Stanchi poi, e foprafatti anch’eflì dal Verno, ritornarono à Napoli ben proueduti. Il Pontefice tra tanto, inferuorata la fanta pietà, conuocò vn Con- Concilio }n cilio in Mantoua, in cui tutti gli Ambafciatori de’ Prencipi dell’Europa THantoua. interuennero, e per la Republica furonui Oriàtto Giurtiniano, e Luigi Foicarini,ancor nominati in altri fimili impieghi. Piacque à iùa Santità di dar calore à quei maneggi con la lùa làcra preiènza. Diffe, pianiè m/cor/odei rvniueriàrinfortunio Chriftiano ; Il totale eccidio del Greco Impero ; Tontcfice’ Le Prouincie, iRegni, la maggior parte del Mondo, horamài dal Turco rapita; leruineiòuraftantial rimanente; efortò, pregò i Prencipi à lafciar di combatterli trà fé medefimi,* proteftòdi non confirter più le lor guerre in guadagnarli l’vn l’altro: ma in perderli tutti trà le fauci voraciffime di quella fiera, econchiufedimoftrando, che non potea-più alcuno pretenderli efente, & illefoda lui, nè per forza di Dominio , già ogn’altro à quello di gran lunga inferiore, nè per cortituitio-ne di hto, nè per lontananza di Stato, mentr’egli facendo preda di tutto, anco andauafifacendo confinante di tutti, e conTvfo del fuoco ièmpre ièrpendo, fi auuicinaua di palfo in palio con le fue fiamme à di-uorar ciafcheduno. Soura tali, ed altri fimili concetti orò quel Tornino Vicario, egiàparea, che tutti gli Ambafciatori gli sinchinaifero a gara;che promettelTero il zelo de’ loro Signori infiammato,e che altra agitatione alla difelà della fede, e di fé fteifi non vi rertalTe, che l’impa-tienza per farlo torto. Ma nel colmo de’ religiofi affètti, ecco, che, in-vece darmi contra il Turco, infòrièro d’improuiiò quegli Oratori a sfoderar lvno con l’altro intereffi, epaifionidipretefidominij; à efaggeiar piegiudicati i lor Prencipi, chi per quella Città, chi per quel confine, e tanto iè ne acceièro, che reftò fuori tagliato sì sbanda ogni negotio di Vnione ; fi sbandò il CongrelTo, e per contender-^”** cffeU. À a a a 2 fi trà