LIBRO DECIMOOTTAVO. w noli più penfàto. Viueua vn’altro Tuo fratello di nome Maometto, capitato , e trattenuto in tenera età nelle mani di vn’artefice di corde da^ liuto,e che ammaeflraualo à fludio nel vii mefliero,per torgli la cogni-tione degli alti natali. Sorto alla fine il Tureo dal tefogli inganno, inte-fe ie fteilo,volò al Prencipe di Caramania,al Deipoto di Seruia,all’Impe-rator’Emanuele, & ad altri Prencipi, parte oppreifi, e parte malcontenti delle troppo barbare forme delFImperante Moisè, con le forze de’ quali, e con altre fue, che gli fi accoppiarono, fi diè formidabile alla Campagna, e gli riufeì, fenza fparger’vna goccia di fangue, di conqui-ilar gran parte dell’Afia. Toccò ad etto pofeia in generale conflitto di effonderne molto de’ fuoi, ma non finarriifi d’animo, nèfmarrironfi li Prencipi affittenti, fpecialmente’l Greco Imperator predetto. Ritornò rinforzato, in Campagna, diflrutteil fratello 5 viuo il prefè, e conia fletta maniera, che Muttulmano à Iofuè, e Moisè à Muffulmano die-ron la morte, Maometto, fattolo flrozzare, falì al granThrono, ratto- mmetto dando, & innalzando la Monarchia Ottomana, quando più vacillan- primo nèdì tedoueadifèflettacader’à tant’vrti. Fù dubbio nell’opere magnani-1 w c }l' me di vn barbaro trionfante,qual più ammirabil’in etto fotte, ò la gratitudine vfàta con gli amici benemerenti, ò le conquifle, che andò eilen-dendo co’l valore della fu a deflra inuincibile. Trattò l’Imperator’Ema- Sue cortefte nuele à mifura della cognition confettata dell’infinito debito fùojCon-cateno vnlnuiolabile amicitia feco5 Dichiaroffi pronto in tutto ciò, che hauette potuto giouargli; E’1 Greco preualendofi di vna tanta autorità, fè chiudere con fmifùrata muraglial’ingreflò dell’IfIhmo nella-Grecia, e fi refe tributarij li principali reggenti di tutto quel tratto. AI EtaltriTre Prencipe de’ Triballieni, pur fauoritolo ne’ trauagli, donò vna Prouin- c¥-eia. Ad altri vguagliò il premio alla conditione del merito 5 &c al fòlo Caramano, che mancator’, e mendace pretefè, fece patir le furie dell’ira fùa. Ma negli acquiili,e nelle Imprefc può ben dirfi,che pattafle il fógno „ coflui dell’humana poffibiltà.Riprefè il Regno di Ponto,e la Capadocia, SimprefT Domini) già nelle feorfe fluttuationi degli eflinti fratelli perduti. Rifòggiogò gran parte della Schiauonia, e Macedonia. Nella Seruia-, e V allachia dilatò confiderabilmente l’impero 5 e dall’Afia minore facciati quelli,chevantauanopoflo fourano, vnBeglierbeiv’introdutte. Giunto à quell’apice quafi, che in momenti, non parue al fuo vailo, ed orgogliofo penfiero di poterfi vantar vero Prencipe, fe non equipa-raua anche in mare le glorie terreftri. Formò vn buon corpo di Galee, j 5 e d’altri legni ì tratteli à feorfeggiarne l’Egeo, l’Arcipelago , e Contamina gli altri maii d intorno, e contaminò, eneinterdiffela libera nauiga-llmare-tione, Cominciò dlnfeflationi tali, e de’clamori, ebe vdiuanficontinui , à ìiientiricne la Republica 5 ma più ancor’, amareggiolia vn’in-tefo sbarco di Turchi in Morea con ilragi, & incendi; contra i luoghi gli Stati Ve da lei dominati. Non permettea quello indebolito potere dipror-mt] • Ddd 2 rom-