ipo DE’ FATTI VENETI. lorato dalle forze confiderabili fèco tenute, hauea cominciato adagi-Timori del tar li Paleologo, nuouo, e in confeguenza titubante ancora nel rapito Taieoiogo. Impero} e fé nera tanto atterrito, che, nè meno ilimatofi nella ftef fa Reggia di Coftantinopoli ficuro, fu in procinto più volte partirfene. cemuefi u Ma i Genouefi, dopo le rotte hauute, eia tregua della Republica lor fomentano. COn ceduta à compiacenza del Papa, preièro motiuo di iìiaporar gl interni rancori dagli nfauiti accidenti. Corièro a rincuorare il Ideologo 3 e nulla badato à romper la fede poco dianzi vincolata in Ior bene^ nciojgli promifèro piene affiflenze, e rinfiammarono etiandio cogli effètti, facendogli andar’in aiuto tutte le forze, cheteneano ne’mari di qua, e tutte Paltre di là in Soria, fòprauanzate dalla fconfitta, cho %ano riceuerono. Quanto ciò la Patria fdegnaife, rende fuperfluo il dirlo ne ti. la grauità del Potici a. Ne' regiflri di Roma, e di quella, e di quella Re-juiblica, frcica ancor'apparia la memoria della Veneta bontà nelPaf ch’amano fèniò conceduto allaiofpeniìonedelParmi, quando vittoriofe potean c'iiee37' uianeggiarfi con tanto vantaggio. Al corpo delle Galee nelP Arcipelago con Marco Michele, altre ie n aggiunièro fino al numero di tren-tafette, vfcite in pochi giorni da quelli Porti, e date alla fcorta perita, di Giacomo Delfino contra qualunque Armata de’ Genouefi,e de’Gre-ci. Proueduto al mare , ancor prouideii alPemergenze di terra 5 men-1{Hnwri in tre il nuouo Imperatore, per trauagliar', e ingeloiìr’ilDominio Vene-7)iorca del to da tutte le parti, hauea già principiato àfarièntire ilrepitofi rumo-Taicoiogo. ri ¡n Morea. Egli hauea liberato dall’incontrata prigionia, già detta^ Guglielmo Prencipe delPAcaia, con promeffa pero precedente, eh' eflèr doueilè vyiito iecoà militar nella Grecia. Vicito il Prencipe di fchiaiiitù,epreteiofìnonobbligato àmantenerdiiciolto, ciò, c'ha-uea conuenuto affentire violentemente tra5 Ceppi, dichiaroifi apertamente di queilo partito. Aluidiquàperciòefpedironfi numeroio u Trcucipe miUtie 3 egli ne intraprefe il comando, e tanto baffo, poiché con que- Ì£toiL ’ e-con ProPr*e ^Lie 5 va^er Pote à fermar'in quelle parti i proiègui-faiiore del- menti auuerfarij. Le trentafette Galee con Giacomo Delfino, ilacca-u ncpubh teff tra tanto anch’elle da quelli lidi, fi congiunfèro con Paltre nell’Ar-cipelago, e fi dierono à feorrere in gran corpo il mare. Hebbero voce jtìtre Ca- lcorrendo, ch’entro al Porto di Salonichi ileifero ritirate, eiènzaiè-cipeLgo' §!1CJ di volerui vfeire, ancorché iuperiori alla noilra, ambe PArmato venete. diGénoua, e Greca. II timor nemico maggiormente accrebbe, o nello ilelTo Delfino, e nel Michele, il coraggio 3 Rifolièro, mentr’an-da la Greca co il Verno era poco lontano, di non differir Poccafionej Incamina-{°