676 DE’ FATTI VENETI. quei titoli i Giouan Galeazzo, la di ciii iòrella prendeua allhora per Efìfà ime moglie,- decaduto dal Dominio in confeguenza 5 e ne promife in Lo-flir'egiidu. douico, ne’ figli, e ne'loro difendenti J'Inueftitura in perpetuo. Così più ilringendofi ogni giorno gl'impegni, e neceifìtandofi Tarmi, mbafcìa- mandò Ferdinando vn'Ambaiciatore à Venetia, e mandouui quaii ne' binando Te medefimi giorni il Rè di Francia Perone di Bacie Tuo miniftro di molta di cario à intelligenza nelle facende Italiane . Fùl’vno, e l'altro quanto confor-veneua. me ne||» 'in([anie à procurar la República partigiana del Prencipe Tuo, altretanto vario nell'oggetto, e nel biiogno efpofto. Parlòl’Aragone-iè con iludió di eccitarla à trar l'Italia dal minacciato giogo di itranie-raièruitù, &à difender ièfteiTa in Napoli. Ec il Franceiè tentò all’incontro di eíTer’aífiílito à racquiftarne il Regno per le ilie proprie ragioni preteíe,- e per maggiormente fomentar con Pintereifela Repu-* bjica, eshibillein portione delle vittorie la Puglia, le ripe dall'vno, Promena e Taltro canto del Golfo Adriatico 5 &in oltre s'obligò, prefoil molto, per Regno di Napoli, di tragittar per quella via tintele forze della Corona i'ajjiften^a. ¿n Morea contro al Turco. Quefte inftanze, & eshibitioni po-tean valer1 a gran chiane, per aprir’il Senato à grandi oggetti, quando i Padri haueifero hauuto affetto con le altrui ruine di profittar' à iè ileifi , Ma generoiàmente deliberarono di riggit-tarl offitio di Francia $ e per adattar la negatiua alla grandezza, del Prencipe non eifaudito, vien detto,che iì eiprimeifero in ioitanza. Che fi come li contento di que fi a P at ria non s’era maggior mente officio di animato mai, che quando hauea potuto conciliar fi di vnofleffo cuo-m%pÒM rea^e fiodisfiattioni filmatissime di quella Corona Reale 5 così ' conuenir patirne altretanto allhora, che, abbracciando l inflan-Ze portate, farebbe venutala República à difichiuderecon le fue proprie mani que II’addito, che hauea proteftato in ognitempo di tener chiufo a’ tfauaglidi quefìaProutncia. Che forta Venetia dalle combufi ioni appunto Italiane per vafio à raccoglierne le reliquie, e per Tempio Sacro eretto in voto all’ Italiana falute, haurebbe offe fa troppo la Religione nattua, fc agitando dal proprio fieno fulmini di ruine, e intorbidando quel Cielo, che l’hauea fatta rifiplendere. Hauer già potuto altri Prencipi, e più volte i Pontefici ftefisi, chiamar’in Italia per lor proprio aiuto i RèFo-refi ieri, & vdtrfene accufato pur’allhora Lodouico Sforza ¡ ma nontrouarfi, che' la República, benche t ante volte infidiata, benché t ant e volt e in pret t e an^uftie ridotta, benche conuenuto pochi anni auanti ne II a guerra dtF errara fola difender fi da tutta f/t* Ha, confipirata a fiuoi danni, v’incorre fife mai. Ciò nonfar la però nemica, come dell’ineurfioni, così delle nattoni (irantere hauer lo comprobato pienamente all’occafioni .*Efferfi ben'afl^nut^ da non chiamar'in Italia i Prencipi, per non accenderne maggiormente