LIBRO DECIMONONO. 41? tutto dalla troppa flem ma imputatagli. Volle, ch’anni lo conoiceffero altretanto riiòluto,& ardente : e più ancor volentieri, che già l’efèrci-to,interamente riunito, efprimeafigrandementevoglioibdi venir’à giornata. Tale per tanto fattofì intendere, fi appigliò à difponer 1 ordine,e le forme alle iquadre,per entrar nella pugna'co’l più iludiato van- Dìftofitm taggio. Egli fi poiè difronte alla teila della leggiera Caualleria, gnando à fe fleiTo l’entrata, e l’vrto nella battaglia. Diè à guidar’al To-rello la prima fquadra* Comandò, chefeguitardoueflero fucceifi-mente con gli altri lo Sforza, e’1 Pergola; e deilmò il Piccinino à fermar’ in dietro di retroguardia. Volato ¿Campo Veneto l’auuifò del mo-uimentonemico, nontraicuròilCarmignolavn momento inalleitir’ anch’egli, e fcegliereiiùoi. Fece andar’il Tolentino con due mila Ca-ualli d’intorno à certe paludi, che itauano à fianco di vn luogo, detto Terentiano, per inueflir di dietro via il Malateila, e circondarlo nel E de'wflri. mezzo,trapalato,che fofle. Chiufè con molta Infanteria tutte le vie,che alle fleffe paludi l’acceffo portauano j ed egli, e tutto il rimanente de’ ilioi Capitani, portili nel corpo del gran battaglione, corfero con lo vifiere calate à riceuer’il nemico, già incaminatofi con infinita brauura à inueftirli .vSquafsò grandemente di prima entrata il Malatefla i no-ilri co’ Cauai leggieri, e con buon numero di Fanti, che fèguitauanlo dietro 5 Ma le militie Venete fpintefi auanti da’ Iati > gli fi ièrraron d'intorno, e poco fcoriè, che trouoifi Carlo in gran procinto di pentirfi del temerario trapaiTo.Ne vide il Torello il pencolo, e per iòccorrerParmi, e per preièmarui il Capitano impegnato,fece nella battaglia entrar tutta la ichiera da iè comandata. Allo fteiTo biiògno, eièmpio vi accor-ièro di tutta fùria il Pergola, e lo Sforza etiandio, onde tanto fi itrinio * e calcoifi la miichia, ch’andò lor fatto di fermar’i noitri dall’impeto,e di render pari la battaglia, fùlminandofi per ogni canto miièrande horri-dezze; Toltofiallhora il Tolentino dalle paludi co’due mila Caualli appoilatiui,efattoiImedefimoTIntanteria,tràcefpuglr nafcoila, fu da gran fiancata così colpito il nemico, ch’egli principiò non più à pu~ r , gnar per vincere , ma per faluarfi. IlTorello più degli altri colto nel cito Tildi-mezzo, anco più degli altri combattea diiperato, pur per fuggir, io ne^ potea. Il Pergola, iòprafatto dall’imbarazzo, diedi à tutto per vfcirui anch’egli. Alla fine dopo gran contrailo, e gran ilragevi fi tratterò, fuggirono infàluo, e vi lafciaron lo Sforza, che ancot menaua le mani. fin che potè, l’abbandonato Guerriero ogni pruoua 5 magia tolta da’ fuoi generale la carica, cauoifi parimenti dimezzo via, e ieguita-to da qualche portione, fi pofe in ficaro. Il Piccinino più addietro,e in conieguenza meno impegnato degli altri, fù più iciolto, e nel combattere , e nel retrocedere. À Carlo fòlo toccò di rettami. Stato il primo ad attaccar la battaglia, & à cacciarmi! dentro, fecegli grana la fortuna di confèruarlo viuo nel mezzo, per così dire à infiniti cadaueri 5 ma non