?88 DE FATTI VENETI. à coftui, quello il tempo di dar sfogo ad vn’acerba nodrita paffione contra la República, e per cagion de’ confini, e per Zara, già compe-1411 ratafi da Ladiilao. Spinfè sul Treuigiano vn grande eièrcito di dodici mila Caualli, e di otto mila Fanti fotto la icor ta di Filippo Scolari, Capitano Fiorentino agguerrito 5 E quelli col terrore di tanta gente, e, con le fiamme improuife, hebbe facile di andar’ardendo à briglia fciol-"Prede tei- ta [\ paefe. d’impadronirfi di Feltre, Belluno, Serraualle, e la Mota, ^serrami- e di tormentar con fiera crudeltà que fouraprefi affli ttiifimi Popoli. le,e u Mot- Aggiungeuanfi di giorno in giorno alle fue forze mol tal tre dell’Impe-mit¡colie ratoreRuberto, del Patriarca d’Aquilea, di malcontenti Furlanij & gatifià sì. Antonio dalla Scala, eMarfiliodi Carrara, intrufifi negliileifi eierciti, gijmondo. eftencieuano je gdofie verfò Padoua, e verfo Verona. In cafo tant’ar-duo impiegò la República il più radicato del fuo potere, per fermar Io minacciate ruine conforte braccio. Non fi vede à quanto numero tari deiiiu precifo afcendettero le iùe militie, in quel tempo raccolte.. I Vicenti-Htpubhca. 0fl¿rir0n0 con generofa fede mille Fanti, e ièi mila Caualli 5 I Pado-uani cento lande, gran numero de’ Contadini, e ducati mille cincjue' cento il mefè. Tutti li Cittadini, e fudditi, commoffi al grande anfratto, confluirono à gara con le vite, econlefoflanzeintributo. Idues MarchefidiMantoua, eFerrara, bench’eccitati con lettere intercet-te, icritteloro in contrario da Sigiimondo,entrarono in lega anch’eííi, e vi furono efpcditi Ambaiciatori, Fantin Michele al primo, e Georgio Cornalo al fecondo. Carlo Malateila, Signor di Rimini, venne pre-poíloGeneraliííimodituttequeíl’armi. Conduceronfi àgli flipendij con numerofi Caualli, Pandolfofuofratello, Lodouico dal Verme, Martin da Faenza, ed altri Capi fubordinati di accreditato valore j e tutti infierne vfeirono à vn tempo forbitamente in Campagna. Non fi diffóndono precifàmente gl’Hiflorici iourai fatti occorfitràqueili due poderofi contrarij eierciti ne' primi accidenti j argomento chiaro di poco rifletto : maben’altretanto ettentiali nel progretto fi feorgono. Veggonfi fino à Caorle, e fino à cpeflo lido maggiore, nè fé ne léppo jiuan^atifi il come,trapattati i nemi ci. Quei diTorcello vi accorièro j Gran gente ai Udo i ne-\i fù efpedita da quefla Città* efèguinne di coloro granftrage. 7aimi-tc°ri. 1° altra parie, e nello fletto tempo, entrati ne’ Territori] del Vicenti-jpinti. no, e Padouano Marfilio di Carrara, e Antonio dalla Scala, già detti, ferono negl’impeti primi, fpalleggiati da molta gente, patir de’ traua-gli. V'inuaiero, eprenderono alcuni piccioli Forti 5 ma iòuraggiunti . . anch’efli poicia dalle noilre militie, e dal furor popolare, chiamato al Amenti dal rumore, dopo importante mortalità, prouaronogran fatica à ¿luarfi? Tadomno, Altri ancor più lieti, e foilantiofi auuenimenti Ieggonfi poileriormen-eAccidenti ’ te iùcceduti à quefl’armi. Triilan Sauorgnano nella Patria Furlana., fauoreuoii. per autorità, e per adherenze forte affai, e diuoto alla República, occupò per lei Ja Città d’Vdine, benche fortuitamente poigliconue- , ■ niife