LIBRO DECIMONONO. 431 cerata coflitutione, rifolfc di procurar con eftranei lòccorfi quell’affi* ftenza, che già per iè ileifo, e per le forze de’ fudditi, fperar non potea. SolIecitòTImperator Sigifmondoà nuoua guerra con le memorie, paiate 5 Efficacemente inilollo per la miffione di vn’efercito potente lònìd?' in Italia 3 Lo pregòdi accompagnami Brunoro dalla Scala, ancor viiio, imperato>• e permanente in quella Corte, perche appreiTo allarmi il nome per ^mndo-auuenturadellanticoSignore, haueifepotutopromuouer ne’popoli Veroneiì qualche ben’intentionato fuilurro. Si affaticò, e riufcigli di £fdtrc^ fiaccar dalla lega il Duca di Sauoia, prendendo vna lùa figlia in Con- diligente. fòrte 5 e tentò ancora col mezzo del Pontefice, Martin Quinto, di fc-pararui i Fiorentini, fé ben’indarno. Erano in ogni modo tutti quelli partiti, lèmilparfi, chepoteuano, e fiorire,einaridirfiegualmente. Il mal fouraftante patiafi certo, incertamente le fperanze nodriuano 3 perciò fi auuide Filippo, che per guanto la natura infègnijl’arte diipon-ga, e la fortuna porga di filo à chi e per cadere, facilmente in ogni modo fi crolla allo ingiù. Da’ militari prouedimenti trauolfe meglio lo ipirito à cercar la pace 3 e in vece più d’infiiler’appreffo il Pontefice per armi, eperdiicioglimentidi leghe, pregollo à racco- §liere gli offici j in vn iolo di vna implorata quietfe da quella Republica. menu il-pò ramauala, e per ciò facilmente ne intrapreiè PaiTunto il Paflore. Efpe- “fice dì in fretta il Cardinal di Santa Croce à Venetia,- e venutouij perch era ¡2*”° ‘ la Città in quel tempo crudelmente battuta da pelle, fermo à Mala- Cardinal di mocco. Colàconcertaronfil'vdienze, eicon greffi 3 Vi andò il Fren- iTìvenè-cipe Collegialmente più volte3 Qui riportarono li maneggi al deflina- tia à trat-toConfigfiodicent03Poi,trattando,feeltofi, che, permegliomatu- ^Jc'onueto rar’, e conchiudere, fi faceiTe in Ferrara vn generai Conuento di Am- Ferrara. bafeiatori de’ Prencipi, vi andarono per quella Republica Paolo Cor-raro, e Nicolò Contarini 3 per Fiorenza Palla Strozzi, e Gherardo Me- »»• dici 3 Pel Duca Vilconti Giouanni da Reggio, Antonio Gentile* e Gio-uan’Antonio Gallina 3 6c altri ancora per ogn’altro Prencipe inte-reffato. Radunati, che furono, come ne* maneggi, doue pari concorrono glintereffi, facilmente parreggianfi le volontà, cosìoccorlo in quello. Chi per timor di guerra, chi per defiderio di pace, e chi languido , e fianco da' trauagli, confpirò cialcuno dell'animo ileifo al re-ipiro, e pochi giorni intermedi à digerirfene le differenze, concilia-ronfiàdiciotto Aprile nella fèguente maniera. Che alla Republica vace,efuoi ai Ve net ia refi ajfe la C ittà di Brefcia con tutto il dijlretto. Che il ■iÌ/r confiinaJfe in oltre Bergomo ye’lT*erritorto, non comprefo-ut Martinengo, e laValle di S an Martino, di che douejfe il C ar-din al di S anta Croce decidere. Che tutte le Terre acojuiftate dal-la Republica, cosi nello jìeffo diflretto Bresciano, come nelCremo-neje, & in ogni altro luogo, rimanejjero di fua ragione. Che Orlando P all anicino, Luigi dal Verme, e ifiglinoli delConte Filippo