LIBRO DECIMOSETTIMO. 3 81 peruerfi trafcorfi; Così quelli ferono maggiormente apprendere delì auuenire 5 Cosrproteilauano,benche lontani,ficuri peniieri di barbare machine altri due figli, Vbertino, e Marfilio, fuggiti già in Tofcanada’ primi pericoli 5 E così dalle barbare horridezze trouate in Padoua, dopo acquiilata,di iotterranee caue preparate à gran tormenti^ di fiere auuez-ze à sbranar’,e à diuorar innocenti perlone; e di altre forme immani già polle in vfo contro à que’ fudditi ileifi, fi venne pur troppo à congetturare , che vn genio dato à diftruggere i proprij Vaffalli} non mai potea cangiarli à fauor di odiatiflìmi, e Tempre perfeguitati nemici 5 onde co-nobbefi allhora,e fi è conofciuto in ogni tempo dapoi neceilario di finir lorditore,per non lafciar nuoui modi ad altri ordimenti. Col coflume di Verona mandò ancor Padoua gli Ambafciatori 5 e come nell'interno limili comparuer’eili di candor a quelli : così negli habiti eflerni diuifà-rono il color Cremefìno,quafi à fimbolo dellinfiammata lor fede. Hu-miliatili à piedi del Prencipe 5 Francefco Zabarella Dottor, e Caualiere, JÌ* ^'fo-fidiffufeperlui, eperglialtridiuota, & eruditamente in foilanza_. «<*»* à n-Ecco Padoua, Prencipe Augufio, dal Sole attratta di quejìa Mae- oÌàuò loro fià j eccola dalla terra, e dalle ceneri à folleuafin que fi a luce ma-gnanimagli fpiriti ejtinti 5 ecco que fio il primo giorno, dopo quello d'Antenore, che l’erge, e l’e¡lolle à comparir’al Mondo vn’altra volta Città j eccola tratta da perpetue catene ,/in’hora fbfferite, à le^arfitrà quefii raggi di libertà fofpirata. Inchina Padoua il fuo Vaffallaggio allaGrandezx.a di que (lo Dominio. Ritorna qui a ri* fabricarfi, doue lofteffo Antenore lafciò, prima, che pajfar’ad eriger la , ilfegno defuoifondamenti. A V‘¡netta fi dà ,per tributar-le la vita, che tante volte Ve netta le diede. Obbedifce ad vnpotere fourano, che in vece di trattarla, come nemica sformatamente arre fafi, fi degna di accoglierla in qualità di volontaria, e prediteti ta,per farla nell’atto della fieffa fògjettiom, trà ogn’altra fuddi-ta, la più contenta, e felice. Ne 10 Infingo, ne blandifco, parlando co’l fatto 5 ne vacillo, ouer traligno, efponendo il mio co'l tenore del-le più accreditate traditioni ,ede’ più veraci Scrittori del Mondo. Certo fù, che concepì Antenore quefi aCittàprimogenit a, e partorì Padoua per figliafeconda. Or’e Ila douendo cedere di Dominio,deue anc 0per giùfi a legge, per ordine di natura, eperpatrimonialera-gione a V°.netia cederlo. Ma non è que fi a la prima occafione, che fia ncorfa la nofiraàricouerarfi all’ombra fehcìfsima diquefia Città. Siraccordmogl’incendij antichi de’Goti, de Vandali, e d’alt ri,per tutta PIt aliaferpenti 5 efiupifca la memoria, efi afcri-ua que fio fecondo à non minor’ arcano mifieriofo del primo ; fe anco allhcra aperte ,e sbr anate le vene di Padoua, dì Roma,editante famofe Città, corfe tnfieme con gli altripiù illufiri il fangue nofiro àfaluarfi5 à mtfchiarfi trà que fi’ acque 5 e a incorporar fico’lfe me antico