LIBRO OTTAVO. I49 ROSPERAVA nel modo icritto la virtù, e la fortuna Latina in Oriente. L'Imperator Balduino fi hauea cinte le tempie della Greca Corona 5 La Regia Città di Coilantinopoli, foura il ìlio , e foura il Capo di quella Republica s'era bipartita, egiàiPrencipi delle lor tocche portioni contenti à grandezze maggiori concordemente aipirauano ► Suilìileua per anco in Andrinopoli il vecchio Aleffio 5 E non molto difeofti da lui saggirauano furtiui Theodoro Laicari» e Mirtillo, già icacciatiegualmentedall’vfurpataImperiale Maeilà. Deboli però, e trà fe ileiTì diicordi ; e i Latini altresì prepotenti, ed vniti, poca, ò leggiera materia porgeano di alcun timore, ò diiconcio. Ma ben preilo infoile da queila calma alcun principio d ondeggiamento, che andò à poco à poco crefcendo, e fece poicia conoicer col tempo, nauigan-ti ièmpre sii londe inilabili, e con le procelle nel ièno queile humanc felicità. Ritornati à Coitan tino poli carichi di foglie i Prencipi, ecco, cho in preicriuerfi alMarcheiè di Monferrato gliilati, eiconfini, emer-fero tràl'Imperator Balduino, e lui diicrepanti pareri, ch’euaporan- Dìfguflitrà do qual picciola fauilla, in breue s'inalzarono ad vn eiàcerbato, e fer- l'imperato-iiente diiguilo - Vi s’interpoièro per iòpirlo gli altri ; il Doge Dandolo 'he/ednuó rincipalmente ; e dopo molta faticane iortiron’anco l’intento ; Ma. forato. en’in quell occafione iiperimen to(Tì,che la li rnpidezza vna volta mac- s„l0 a‘mamn chiata, non più perfettamente nel Tuo primiero iplendore ritorna,. nell'interno Couauano iniè ileifi vn certo che d’amaro, differente affai dalFaipet-to dolce fimulato citeriore ; e già feorgeafi ne’ fatti, non più in com-mune, come innanti : ma nel ilio preciiò intereffe, applicato ciaicuno. Poco di tali amarezze tardò à penetrarne la voce all’orecchie attentiifi-rae de' tre nemici; e la diffidenza trà gli vni diuenuta fubito confidenza negl’altri, Mirtillofùil primoàfaruifi incontro; vici con buon numero di fuorufeiti , e malcontenti in Campagna; preièlaCittàd’He- Mirtillo in raclea, e fermatoui il'piede, ftabiliflì nell'animo alcuna riiìiicitatafpe-ranza. Appetiice facilmente la fraude l'inorpellate dolcezze. Sì corno ZeieL iludia ièmpre d'ingannar’altrui, così ancor’ellad?ogni fallace ièmbian-za s’inganna ; e così ancor Mirtillo da ciò, che ilimò falutare a’ propri; mali, ne ritraffe ben preilo mortifero il fucco. Fattoli Padrone di He-raclea, diuisò di vnirfi ad Aleffio,. non men di lui traditore • Si (cordò 1 ignorante d’hauer'oftèio. Non raccordoiTì di hauer ilrozzato AJeiIio il Giouine con le iìie proprie mani per fari! gridar’all’impero • Gli elpedi Ambaiciatori, esibendogli vna lincerà amiffà. Il vecchio io ad^ieffio. ben haueua anch egli ailaffinato il Nipote, non per ciò per la fua s era_. icoi dato della crudeltà di colui, itimatala molto maggiore. Moilrò daffentir piaceuolmente all’inuito; Ma nel fuo cuore, abbozzato il diilegno