6$8 DE FATTI VENETI. leria del Lago Scuro icorfe vn giorno fino a’ Borghi della ileiTa Città, c v’inferì gran danno, e ipauento. Ercole fe ne alterò grauemen te* forti improuifo, e iòuragiunto addotto à Veneti, fparfi, confufi, e fen-za penfìero di attacco, li maltrattò di tal forma, che vna gran parte no vccife, e quatrocento in circa ne fè prigioni. Sconcertò il cafo* ma^ non fù bafteuole à fermar la gran machina già moiTa, e già in camino della pace in Lombardia intauolata. Non diè il colpo alla radice* fiorì la pianta, e già eleuatafila mano di Dio à benedirne l’Italia, fi fermaro-si'Conchu- no gneierC1tialla fronte, con vna tregua interpoilaui. Trattandoli poi, comprimeronii le durezze 5 iì modificarono vicendeuolmente i proietti, & addolcitefi le volontà, delibe rollila pace, e fi ftrinie l’Italia infieme con nodi concatenati d’intereiTe, ed’aftetto fcambieuole. In-teruenneronelConuento, adunato nel Cartel di Bagnolo, Commef ikio Pontificio Gio. Franceico da Tolentino* Gioanni Pontano per lo Rè Ferdinando * per la Repubiica Veneta trattò il Sanfeuerino, o vieni ote ^eco infieme Nicolò Peiàro, e Luca Pifani* fu per Milano Giacomo tiaryinter- T riuultio * per Fiorenza vn Pandolfini * pel Duca di Ferrara Giacomo uenutiui. Trotto* e Matteo Antimaco pel Marchefe di Mantoua. Vertirono conditioni leconditioni ilipulate in foftanza nel giorno di fette Agoito. Che accordate, foffe interdetto cosi alla Repubiica, come ad ogn altro de’Pren-cipi nominati , di preftar’alcun* aiuto , ò fomento à emei Baroni Romani, e feudptarij, che ardiffero di mole far’il Pontefice, alienando/!dalladouhta obbedienza. Che al Rè Ferdinando foJJ'e rejiituito Gallipoli, con l altre Terre nel Regno di Napoli da cjueft' armi occupategli. Che ad Ercole, Duca di Ferrara, foffe parimenti rejiituito Cornac chio cen la libertà del fale, Melar a con li Cafte Ili vie ini, e demolitifitutti i Forti, guerregiandofi, conftrui-ti. Che alla Repubiica all incontro tutti i Prencipi, dianzi collegati contro di lei, doueffero reftituirle A fola, Romano, & ilpiù, che tolto le hauejfero. Che il Dominio di Ronigo, d Adria, e del P olefine, tutto refi affé, e s’intendeffe interamente fuo. Che in Ferrara fi doueffe rimetter’ilVice domino, e mantener fi da Duchi, così dentro, comefuori tutti gli altri priuilegi, & efentioni ant riamente obligatele. Che co’lDuca di Milano doueffero reftar fermi i Capitoli della pace conchiufa l’anno 1454. E che per vltima conditane fojfe rejiituito à Ruberto Sanfeuerino il poffe/fo di tutte le Terre, e luoghi, per occafìon della guerra, e per portar l’armi al feruigio de Ila Repubiica,tolte gli nel Regno di Napoli, e nel MiU~ nefe, e ¡rifattolo a ogni danno, e di ognipregiuditio patito. Egli poi eletto Cene per la gran ftima, che ne fù fatta da tutti i Prencipi, e per l’amore, che VutÌTvrÌn più- predio, ediftintodoueua verfo il fuo merito queilo Gouerno, dp! \colle- venne con iommo decoro eletto GeneraliiTìmo di tutte l’armi Collegi. gate Italiane* perloche prillatali di lui la Repubiica, & in neceifità di prò- k