LIBRO TRENTESIMOSBCONDO. 811 in quella diuina occafione la fua Chciiliana pietà. Fece offerire al Sacro u Concilloro de’ Cardinali dall’Ambalciatore allhora in Corte, Antonio cu offerisce Giuíliniano le fue proprie militie, per conlèruar’a’ loro arbitri) libere le f cmciam • r • • « ✓-• i r- , » • i xt jj le lue mi- ìnlpiratiom del Cielo cotro a tante temute violenze.Non cadde meno utie. lènza merito l’eshibitionediuota. Saputala il Borgia, ne apprefe affai; Già rinfrancato in falute, vici tollo di Roma con tutto il ieguito fuo merito}^ militare, e lalciati liberi li fqni ttinij alla Santa alfuntione, feguì ella pochi giorni dapoi nel Cardinal di Siena Pio Terzo, non foprauuiffutoui Elcttd T¡o di più di vn mele, Ter^o. Cangiatili à colui co’l potere gli altrui affetti, ribellaronlì dall’ obbedienza iua molte Terre tra que’confini Romani, e vocifero!!!, che anco Taltre di qua in Romagna, pur lue, Io ilelTo facelTero. Quiui la» natura, e la ragion di Prencipeiniegnò alla República, in tanti Urani emergenti, di ri n forzara nch’ella i fuoi Prefidij per ogni accidente, o mandò à Rauen na con buon numero di iòldatelca Chrilloforo Moto, m;/ìtieày* Proueditore delTarmi. Tl à tanto i liidditi del Duca d’Vrbino, fubito ¡J?*? morto il Pontefice » richiamarono il lor bramato Signore j e como dianzi era ilat’egli,^ era allhora ciuì fauorito con grand’affetto: così ac-comipodatolo Í1 Publico in quell’vrgenza di buon denaro, vi andò, e a dhc^ fuuiaccolto, e fi rimile nel fuo primiero Dominio. Rellituito in Se-de, di doue hauealo il Borgia tirannicamente Scacciato, fi raccordò Dominio. di due colè; l’vna delle perlecutioni da lui patite,* l’altra delle gratio tante riceuute da quella Patria. Onde volendocorrilpondere alTvno, & all altra, occupò al Borgia alcuni luoghi ne’Confini di Arimini, e di Celèna, che hauea già rapiti, & inuiòqui vn fuoMinillroadire. Che fiata più volte la República fua redentrice $ hofpitatolo ne3 y„ fu0 mi- , vranbifovni àVenetia, pr e fiat ivli den ari] a fsi fi itolo dilente ì&ni&r.oiVe" ^ y /> i», . » 3 r i ¿ 3 j J aiutatolo nell vltimapartenz+a Jua, doue a comprobar la memo- molte of~ ria de’fimidouert infiniti $ Che le shumiliaua in qualità di pipen-ferte• ¿hato con centoCaualligrofii, e cento, e cinquanta Balefiiert. Che hauendopronti due mila fanti,glie lìofferiapanmenti per vn mefefenzua alcun’ inter effe ,* eche, per abbondar’in ogni parte di deuotìone obligat a,foggettaua alla fina fiouranità le medefimeCa-¡I ella da lui ai Borgia occupate allhora. Pochi giorni dapoi fè pur’il Duca medefimo efporrea’Padri dallo Iteffo Minillro per nomedi Pandolfo Malatefta, già Signor d’Arimini ; Che effendoà Pandolfo fiataparimentirapitadal Borgia quella fua Città, egli hauea tentato diracquißar la: mache mofir atifi gli Ari mine fi ad effo auuerfi, e die hi ar atifi bramo fi altretanto del Veneto Impero, pre- vandolft gana la Repub l ica di nceuerper lei que ID dmimo ,fperando, che fi farebbe compiacciuta di affe^nar’à lui qualche altro regalo in com- Crimini, penfio. Non vi fu con trario di aggradire, non tanto in dono che in pa- £t ¿ f/ tum ^amento di debito, ciò, ch’amÈi, li detti eshibirono,* anzi dal Malate- aggradito. Kkkkk 2 Ila