LIBRO DECIMO. 20* Tentollo per vie fiirtiue, ed oblique 5 e non ottante gli oilacoli del Ve-neto Campo, riuicitogli, iì leuò vna notte nell’hora più fonnolente, e }ru men creduta, e ritorno lènza fatica in Friuli. Rincuorò gagliardamen- Friuli. te i noilri Pinaipettata partenza. Parue loro, che, iuanita la più temuta difficoltà, foife facile ciò, che reilaua. Aulirono da tutte le parti, e con tutto il potere Tritile, e la concepita certezza di fuperar Plmprefa, fece a’foldati piùrifoluto il cuore à tentarla. Trouaronfi nondimeno nel colmo delie fperanze deluii. Furono incontrati con egual ardimento 5 dipinti, traboccati più volte dalle muraglie in gran copia; nè pur tanto bailo à gli aggreffi. Animati iòrtirono dalle Porte ; vrtarono veneti da' d’improuifo il Campo, e fattane gran ilrage,ilfuperchiarono afe-J™frnirL gno, ch’ei conuenne battere la ritirata, e ne5 iìioi primi quartieri fal-uarfi. Il molto fangue fparfo, in vece d’illanguidire, concitò maggiormente lardor del Gouerno. Y olle, che fi perièueraife nelpaifedio con tutta coilanza 5 Di quando in quando aumentò lefercito con nuoui continuavo rinforzi, e nella non ceffata Veneta infiilenza ben fi vide quant’è diffi-cile Pacconientire a’ ribelli. Più anni continuò il tormento à Trieile,ed ella pertinacemente il patì. Fù detto,che i Veneti Comandanti,fempre tenute diuiiè in più parti le forze, per dilatarne gPincommodi,non hab-biano laiciato mai alPailèdio della Città quel neruo intero, eh era bifo-gnofoper fuperarla. Certo, che,Ìlanche alFvltimo le militie,e coniunte, non più reilata loro iperanza di buon iòrtimentò, e conoiciuto chiaro, che Poilinationo non era virtù, furono sforzate à dar luogo alla forza; 1 fi leuar PaiTedio ; ritirar à queili lidi PArmata ; abbracciar la pace offerita, /i japace \ e rimetter la decifione de’giudi ienfi à miglior congiuntura. Qualche anno quieto feoriè dapoi, e trà la quiete delParmi, s’applicò nel politico à molti iàiutari prouedimenti. Soleuano i Dogi à loro arbitrio elegger*, e chiamar’ alle confulte, & a’ decreti di Stato, quelli de’ più predanti Cittadini, che per virtù, per efperienza, e per merito* Inflitution.3 Eareuan loro capaci di quelPaltaautorità, & incombenza. Si ilimò ^J”^» ene d’alterariène la forma, e d’inftituitne in vece il Senato 5 eletto, e g0/c. *c rc~ confermato ogn’anno dal Configlio maggiore. Parimente fi prohibì 12 8 2 a’ figli de’ Dogi ; viuendo i Padri ; l’accafamento in femine foreitiere- 5 leinueilite de'feudi , e qualunque Dignità di. Magistrato,. ò Reggimento, perche neifuno in vn tempo tanto fi diftinguefle trà gli altri. Vna picciola differenza efleriormente nacque nel mezzo di quella- ¿££¡¡0^ calma ciuile con Genoua per la depredatione di vn ricco Vaicello Ve- a ccmm. neto ; la quaPanco reilò incontinente iòpita, rilaiciatafi liberamente * li • aj-e *e m9rci > ed altre dimoilrationi efercitatefì da quella Repu-blica di molto rifpetto. Ma queili ,ed altri accidenti, di poco rilieuo, ben altretanto furono di gran paffaggio all’anno diquel pianto, che r 2 2 s perpetuo dagli occhi Chriiliani Pvltima perdita d ogni Stato, e d’ogm nome in Terra Santa, e in Soria... Erano,