LIBRO VINTESIMOSESTO. 6iP fè, che il Capitano prudenteíeneaíleneíTe, per tener fèco al coperto tutta la Patria. Il Tureo auuezzo à goder già della iua forza prepotente in Campagna, vedutoli delufò, vi fi toliè, c cercando in altra parte rifartene , paisò à circondar le due Fortezze di Foliana, e Gradiica. Ma •* queile ancora tentar potè, non già trouarui miglior fortuna,* cofich vedendo diíperate le fue fperantee in Italia, variolle altroue, & andò à Gradifca. Maniàno alle radici de" Monti. Quegli alti dirupi » impraticabili à gli fteifihabitanti vicini, caualcòin ogni modoi calò in Germania, e> Va tino itu vi fece per lungo tratto gran fpettacoli, di ferro, e di fuoco. Perfifteua G/0rnm*™di Meemet ancora lòtto à Scutari, tenacemente aifediata, & incelante- incendi]. mente battuta, quando giunto il meiè di Settembre, allhora pur egli fi Tarte auuide, che non era quel fuo, che vno sfogo di paifione, & vn efiufio- metdaii-af.: ne di lingue. Si rifolie leuaruifi con la perfona, non però con tutto Teièrcito,* Laiciouui Marbegh con otto mila ioldati, ed egli preiila^ none d'ef-marcia per Coilantinopoli, efpugnò in andando Dreuafto, e Liifa i(erc,t0-preièui due Fuile, vi fè prigioni ièttecento foldati tra qnei due luoghi , -prende ai-e mandolli à trucidar, con barbara ferità, fotto à Scutari, per atterrircum lu?&ht gli aííediati à quell’horrida viila. Pendeuano dal filo incerto, e debole di quelli termini le coflitutio-ni dell’afflitta República, abbandonata ( e non fia tedio il replicarlo ) da tutti i Prencipi, e tal’vno compiaccndofi?ipeciaImente Ferdinando Rè di Napoli, de’ fuoi trauagli, con raddoppiata paisione d’intereiso, ed’inuidia. Ancor ioggiornaua il Segretario Gioanni Dario in Co-flantinopoli, e col cortame di ogni altro Potentato in guerra conia. Caia Ottomana, fempreviuotenendoui alcun maneggio dipace,loJ^p^ coftrinfeilTurcovngiornoàicriuernepofitiuamentealSenato: ma. * con proietti aiTai duri, e ipecialmente co’l rilaifo di Scutari. Qui preiè il Gouerno à maturarne foura il propoílo. Repugnante l’aifentimi per vn canto* iniòfleribiliisima la guerra per l’altrojfinalmente in Senato,vien detto,che in íoíláza da vno de’ Sauij, direttore della ièttimana, fi oraiTe così. Duroflato, Augufto Confeff'o, è quello in vero della officio per nojlr aRepublic a ,ridott a ,dopofie dici anni di guerr a co' l più forte accettarla,. JvLon are a ,àdouer certamente yòà forza fuperiore ,0 per coflret-tavolontàfoccombere. P lù qui non v’è mezzo, che poffatra que-ftieflremiconciliar’inaltraguifa le noflre opinioni. Lesperienze fate nel corfo fune fio di tanto tempo, ci han già dimoffrato tutto ciOy che potemo far noi, che vuol far il Chrifltanefimo, e quanto eccedi ilTurco foura quefla fola, e derelitta República. Certo, che tutto contribuitofì, tutto s’è fatto dalnoflro canto : non tanto Per° s hab bia potuto impedire la perdita di gran port ione ,già poffeduta in A/lore a 5 del Regno nobiltfsimo di JSfegropont e ¡di altri luoghi di minor conseguenza, che non occorre ridire j di Croya ultimamente, dopo d.ifefa, epreferuata più volte con l'armi noflre Iiii 2 al