LIBRO VINTESIMOQVINTO. y7y rini à/coprirne il vero, e quetli pur troppo aisicuratofi delle immeniè forze Ottomane, riuoliè il camino, e ne diè il iègno con tparo al Canale, che parimente fi ritirò. Ciò ièguì nondimeno con molta fa- Gran peri-tica. ITurchi, fcoperteindiftanzalenoftreGalee,fi lanciaronofret-c^[°madtea% toloiàmente à inièguirle, & elle variamente diiperdendofi, la notte neta. forgiunta tàluolle, e toccò al Canale con iòle quattro à Paleocaftro di prendere il Porto. Tutte poi di nuouo riuniteti al Sol mattutino, e tà-putoii, chea Sciro, approdati i Turchi la notte iteifa, s’eran podi à combattere furioiàmente il Cailello, andò il Canale dall’altro canto dell’Iiòla, pur per vedere, iè applicati colà co'l pieno deJl’Armata, po-tea coglierne alcuna portione diigiunta. Ma quando vna forza troppo eccede, vince qualunque arditezza. Il riichio era grande 5 lo fè Tauui-cinaruifi ancor conofcer maggiore; e conofciutoloil Generale, riti-rouuifi con tanta fretta, con quanta vi sera accodato. T rollata i T ur- 7 Turchi ^ chi dura in tanto PImprefà di quel Cailello, fe ne dirtolfero, e di là ri- ritirano dai uolgeronfi à tentar gran fatto. Hauea il Vìfir aperte già le fue commif [á¡roTciro. iioni, e trouatele, di andar iòura lliòla nobiliifima di Negroponte, ii acciniè à obbedirle. Entrò nel Canale con tutta l’Armata ; Vi appro- E fiam