LIBRO TRENTESIMOPRIMO. 78? Ic Tue forze marittime, già che pareano altroue per allhoranonpiù opportune, e Papa Aleisandro pur fi degnò di porgerglieli’egli alcun., fomento all'inftanza. NereftòperTuafà la Maeftà fua$ Diè lordine,Ornata di perche veleggiafsero al Zante dalla Sicilia i propri) Vafcelli, e veleggia- zScorL rono etiandioin numero di cinquanta, muniti di fette mila tanti, e Turchi. comandati da Ferrante Confàluo, nominato ancora, e quegli, che Suo Genera. per le ilie memorabili attioni meritò il titolo di Gran Capitano. Per- le Ferrame uennero queft’armi Spagnuole al Zante illi à poco, che vi fi era tolta. c°^alli0 * la Veneta Armata 5 e il Generale, fubito intefolo, vi paisò ad accoglier- vàìi Gene-le i à compiile col Comandante ; (èco à diuifare di quell emergenze,e YJadvmr- lo trouò difpofto, &. ardente à fauorir la Republica, & à giouar'al ben* «//?. vniuerfale della Cattolica fede. Adunarono vn Configlio di guerra, in cui anco vi s’introduttero alcuni Spagnuoli,Padroni dclleNaui condot* Et è dcme. te, e dopo battutefi le opinioni, tu rifolto Modon per primo attenta- rata Nm-to. Tri 1 materiali più ettentialmente dairimprefà ricercataviconueni- ' 0 ua del legname aitai. Alla Cefalonia,nelle Selue foura quell’lTola continenti/e ne potea in quàtità prouederej onde prima fi concertò nel C5-gretto di cuftodire in profondo filentio il deliberato, poifidirizzaro- rArmata 110 vnitamente le Armate à raccoglierne, ed approdate, sbarcarono eli yJncet.,t alu .. 1 t I r 1 ' r CcjiZlonitLj operanj al taglio. In tanto, che tratteneanli la termi, venne vrb per legne. penfiero à’Comandanti ,che fofTe loro di gran vergogna loftar perdu-, ti in quel luogo, come in vn vile ripoiò, e lafciar quieta Cefalonia^, quafi, che non hauettero cuore, ò le forze non foifero fuflìcienti, à cC-pu^narla. Deliberarono per tanto rimpre(àvnanimi* e tutti fpintifi ? .. v 1* • • z-' • r tentar Le- di vn palio, e di vn cuore, imontarono le mihtie, e 1 Cannoni,e li po- ipHgmtione fero à battere quelle muraglie in più parti. Le pattarono etiandio co’ddu Cmà-tiri ,ma non già poterono pattarle gli huomini. Più volte, che le affali-rono, furono Tempre rifpinti. Fioccauano dall’alto le pietre 5 Sibilaua-no i Dardi 5 Si fracattauano congroffi finimenti le Tcale appoggiato 5 Furono coftretti in Tomma i Ciirirtiani a ritirarli con graue perdita, e con mal' trà gli altri vi morirono Tei Gentilhuomini Veneti, alcuni Capitanieuent0 * Spagnuoli, e vn GouernatoreGorlino, doluto à tutti per le iùe molto degne attioni, e Tpecialmente nelladifefa di Napoli. Mentre fi ]bìtì tentaua Cefalonia con quefte durezze, venne vn tal Demetrio da Mo don, foldato foura T Armata ad eshibire al Generale la Fortezza del Iun- Generai tc co co 1 concerto di Albanefe amico Tuo, che (lantiauale dentro. ^natoVon-' Lvdij loprouidedivnaben rinforzata richieda Galea5 e Demetrio ceno. vi andò 5 (montò di notte, e fi celò in caià vicino alle mura del Cartel- vi vd / lo, appuntatagli. Fatto il giorno, fi apriron le Porte conforme alleviò, skìbìtore. &egli, con tutto il f-guitoentrando, fouraprefè d’improuiiòla^ Turca guarnigione j lamandòàfildi fpada, fuorché alcuno lancia- e loforpro-tofi di fopra via le muraglie, e impadronirti del Iunco. Racqui-^-rtatofi facilmente comera flato perduto , vi efpedì fubito il Pefa- roGi-