LIBRO SESTO. 109 pagnato,conuenne,attonito,mutar'ilièmbiante,e’1 cuore. Ammirò in quell'atto la Venetiana bontà j confeisò à gli AmbaÌciatori il ino gran debito $ ed eiàltò la Republica per vn Prencipe, che in quellheroi-ca attione daua à gli altri,non riceueua dagli altri reièmpio d’vn animo auguilo. Ottone poi entrato à parlarne,e dettegli le ampie forme liberali viategli dal Gouerno j trattato regalmente,come hof pite,non fatto-famente, come vn prigioniero di guerra, pregò il Padre teneriifima-mente alla pace. E oiilegli per diiponerlo $ Che al gran mento della Bigioni fue Republica non potcaficorrifiponder con mtnor guiderdone, che con- p" dì/por-cedéndo quel bene a lei, che conce deua Cefare in vn medejìmo tem- °! ‘ po afejlejfo. Che l’horror e della giornata feguita non lafciaua confidenza in forze fuperionper afsicurarfi di vendicarfene, e che gli accidenti concorfiui, ed ilcafio funefto fuo, efprimeua nel miracolo, la D nana volontà fi abilita, che douefise il Padre nell’adorabile per fona d Alefis andrò Pontefice riuerir la Chiefia, e nconofceril debito . Vinto dal mondo, compunto da Dio, e intenerito dal figlio ièn-tiiÌi allhora l’imperatore 5 coflume del Cielo, che per farfionnipotente conofcere, opera in vn punto ciò, che gli huomini non han potuto in. lunghezza di tempo. Si difpofe sì fattamente alla pace, chequafi pre- il per/uadc golla. Si eshibì à iòttofcriuere qualunque Capitolo, nè ciò men bailo allaiuaconuerfione. Deliberò di venir egli ileflò àVenetia inperiò-na -, efaltar qui maggiormente con la Tua preiènza la grandezza eli quella Republica, e proilrato à piedi del Sommo Pontefice, far con pienamente apparire la iantità dclrvno, e il pentimento dell'altro. Così pollo aH’ordinc vn’Imperial’equipaggiopartì di Puglia, e veriò à quelli contorni,per tanto più meritar', a tiretto il Camino. Hebbe l'incontroà Rauenna di feiGalee co'1 figlio del Doge. Giunto àChioggia, fu lo fleiTo Doge ad accoglierlo, cièco infieme numerolà comitiua di Senatori , con altri preparamenti, douuti alla Macilà, e all'importanza, dell'occaiìone. Arnuato alla Piazza, efmontatoui, accrefceronoin, à terra più eilefà, & ordinatamente le forme regali del corteggio, che andollo precedendo, e ièguendo fino alla porta maggiore del Tempio. Quiui, doue il Santo Pallore co’l Doge al fianco, loura vn Solio eminente, veilitoin habito Pontificale, coronato da molti qualificati Ec-clefiailici, e Senatori attendeualo; inchinoglifi a'piedi, e con profonda humiliationegliele baciò. Parueal Pontefice in quell’atto iommeilò Suc humi_ di premerlo vn poco su’l collo, e dirgli le parole del Salmo. Super Afpidem,&Bafihfcum ambulabts, &concuicabisLeonem, & Draconem. Riijiolèl’imperatore. JSlonttbi fedPetro. Rcplico^li Aleiìàndro. Et mthi, & Petro. Pofcia coniolatolo, e baciatolo jil Orationjfic[ tronte, ambi dentro al Tempio incaminaronfi, ièguitati da tutti gl al- 7-cmpW trij e quiui cantato muficalmente ilTeDeum, la Beatitudine lua. ì^utìo. celebrò {biennemente la MeiTa. Leiàcre diuotioni compite, 1 Imperatore ,