LIBRO TRENTESIMOSECONDO. 793 curatia di San Marco, ben meritata dalle Tue nobiliflìme attioni, o £ pariwm Marin Garzoni, che pur in quei moleftiifimi tempi non hauea dati fàg- marin g.v. gi minori alla Patria di fé medefimo, fù ini à poco parimenti preferito sfalle doti degli altri, ed infignito anch’egli della cofpicua medefima, Dignità. Foffe nel mentre, ò il zelo del Rè ChriilianiflSmo alla caufà publica, ò puriuamira di andar celando, fino allo icoppiamento aell'armi contra Napoli, raccordato con Spagna, fè paffar’alcuni Vafcelli in Le- rajcciu uante. Staua TArmata Veneta allhoraper anco à Corfù, edefsi fènza, ¿aTtef ^ punto guardar l’Ifola, fe ne andarono al Zante à diritto camino. Subito, che il Pefaro l'intefe, fi poiè in ordine, per portaruifi à congiungere: ma ritardato alcun giorno da vento gagliardo Auitrale, falparonoiiL. tanto i Vafcelli Francefi dal Zante ; veleggiarono à Rhodi, e laiciaron che poi vs~ con ciò ragioneuoli dubbij del lor vero oggetto. Peruennero à Corfù.110 a ‘' nello fteffo tempo ventinoue Naui di Portogallo, ed accoltele il Pefaro xauì Torto con quel contento, con cui s'apre il cuore ad vn bene lungamente f^dot.fnà bramato , e iìimatele aiuto fincero , propofe loro , per prima. l'Urmat^ Imprefa la ricupera diDurazzo, Città importante, chegiàdicem- Vcncta' nio rapita da’ Turchi ; ouero la fòrprefa di Santa Maura. Rigirarono imprefe prò el'vna,eraltraiPortughefi. Adduffero à infufsiilente pretefto, che^¿%etro, teneuan’ordine dal loro Rè, ben di vnirfi alTArmata della Republica e dei effìrì-percombatter’inogniluogo, ¿cinognimodolaTurcheica, non già ^ette‘ di portarfi à tentar’affedij, & eipugnar Fortezze ; e iòftenendo di ha-uer in tal guifa iodisfatto all’incarico del viaggio, iè ne tornarono to-ito per la ilrada fteffa tenuta in andarui. Partitili con termine tale co- Vart07Wm loro, fciolfe il General da Corfù ancor’effoà rintracciar dell’Armata di Francia,che finalmète trouò à CapoMalio,e trouò rifoluti quei Capi di 'àeuàcVpo affalir Metellino. Indifferente il Pefaro, purchéàqualche attentatofi TtUlio troua. procedefle, cócor iè volentieri à compiacerli,& vi andarono con ambe iaFrancefe-le Armate. Sortì feliciisimo l’impeto primo ; fi sbarcò la gente; pian- Si rifolueno taronfi le Artiglierie ; fi fracailarono à forza di tiri le mura , e i Vene-ti, e iFrancefigittatifidi vn paffo all’affalto, vccidendo, entrarono ° m0m in Città, e l’occuparono. Non fù però così facile lefpugnation della. jj™fr°rna° Rocca, benche battutaui vna Torre, figiungefse fino ad altoà fpie- * eua' garuilelnfègne. Lamorteche vi occorfè didue Capitani Francefi, Difficoltà poiè terrore negli altri; Viueatràd’efsi vna poca obbedienza; Riti- c^a. raronfi nel più bel del combattere dalTImprefa; e sforzati li Veneti à sì ritirano). iar lo flefso, fi perdè la vittoria nel punto, che douea conièguirfi ; In vece di prender la Rocca, fi abbandonò la Città già occupata, e ritor- La/ciano an narono tutti a’loro Nauilij. Paruto dopo a’ Francefi di prender con- tre^ gedo partirono fènza tentar, nè peniàr di vantaggio, efiì tanto eftra- -Et ; Fràcefi uagante la lor par tenza, che non potutala meno iòfferir’i venti, li ai1 • iàlirono poco difcoflatifi in mare con fiera improuifa borafea, da, Hhhhh cui