584 DE’ FATTI VENETI. girono, c le lor vniuerfàli flrida, e lamenti peruenuti all’orecchio di al' cuni quartieri di Caualli non molto dittanti, coloro immediate infilatili , corfero al rumor’, e trouarono i noftri già incaminati verfo le Mi ca- Galee con le prede. Quiiiiappiccatafigranfcaraniuccia, e combattu-udii r»»--tofi con qualche durezza, vinfèro all’vltimoi Veneti, e molto lor chi tagliati. pei- vinCere laSoldatefca Stradiotta, già detta, con l’agilità naturale à Cauallo. Ciò adempiutoti, ritornò addietro con YArmata il Mocenigo, e preiò Porto all’lfola di Santa Panaia, polla nel mezzo di ■Prede diut. Scio, e’l Continente,diuiiè trà le ciurme, e i Soldati le prede, e donò vn ]e. ducatene d’argétoà cialcuno,che prelèntogli la teiladi vn Turco; premio da lui già prometto, e che fempre offeruò fino à guerra finita, per più interelìàto allettaméco al valore. Altre due inuafioni,e ficcheggi ei Utrc inua e ^uomini,animali,e merci varie; NnanelFIlòIe vicine à Caria,do-frouL Wua ue trà Faltre antiche minate Città, non fpuntano più di Gnido, che pochi auanzi di alte veftigia; l’altra ifi Deio, pur trà l’antichità delle Cicladi famofa, e principalmente pe’l Tempio d’Apollo, che, già ridotto à pochi dirupati indicij di Colonne , e dittatile, cedeua al tempo. Vi fi volle poicia, e dirizzò di nuouo le proue veriò Morea, parendogli tempo, che horamai comparir vi doueffero l’Armate Aufiliarie squadra di del Papa, e degli altri, già vniti. Poco lontano dal Porto di Malea inibii V'^ contro la iquadra di Napoli, comandata da vn Capitano di nome Re-que/èns. Prima fi/aiutarono con sbari lontani amicheuoli; auicina-ti/i poi, ed abbracciatili corte/èmente i Capi, calarono infiemeàMo-don; Colà fi prouiderod ogni requifito abbondante; nè per anco le Galee Pontificie fpuntate, ri/òl/èro, per non perder maggiormente vi i ima il temP° di toglier/i da quel contorno, e paffar/ène à Rhodi. Affondato à ìi\odi. 1011 quiui FAncore in poca dillanza dVna Terra, detta San Pietro, doue teneano queiCaualieri vn ben munito Callello, dirimpetto all’lfola di Coo, e ilauano in quel luogo gli habitanti grandemente angulliati da" nemici, che impediuan loro lo feoftaruifi, anco per /ùpplire alle giornaliere occorrenze di legna, & altro. Parue al Mocenigo, ed egualmente al Capitano di Napoli, grand’atto di pietà l’attrahere quella gente Chriftiana da vna mifèria, che quafi fchiaua chiamar fi potea. Fecero fmontarportione di Soldati foura il lido, doue teneano i Turchi i loro fortificati ricoueri, e commifele di auuicinaruifi, e di mandar", e le habitationi, e la Campagna tutta d’intorno à ferro, e fuoco. Non improuifo potè però fortir l’attentato. Lo feopriron lungi li nemici à tempo,e confidati nel valore,e in quegli afpri fiti, vi fi affrontarono con gran coraggio; s mfanguinò per qualche tempo la pugna; terminò Tagliò finalmente con la rotta, e con la fuga de’Ttirchi, in gran parte vccifi . de’Turchi. Gor/èro allhora i vittorio/i Chriftiani, padroni del Paefe à depredarlo. Trouaronuipretio/è merci, e/penalmente Tapeti, colà regnando in copiale teflìture, e con quelle giuile prede partiti, fidarono in quiete