y poche al bifogno, lagrimeuoli allaraccordanza de’tempi pattati, rimproue-rauano acutamente le guerre Chriftiane continue, fola dannatiifima-cagione di vn tanto decliuio. Andò il Giufìiniano da Negropronte à Lenno, e di là toltofi tacitamente la notte, fu all’hora di terza à prefen-tar aMetellino l’attedio, el’aflalto. Hà due Porti l’Ifola; l’vnoà Settentrione , l'altro à mezzo giorno 5 ma conofciuto più facile d’imboc-carfi nel primo, come il più rimoto, entro ad eifo fpinfe 1’Armata. La gente, chetratteneafi fparfà, efcopertaperlTiòla, fourattalita impro-sbarca. uifà, fè ne fuggì ; e fòli trecento Turchi oppoftiiì allo sbarco, furono vinti ageuolmente, e i pochi viui nelle mani caduti fè variamente morire. Tentò egli prima di occupar vna T orre giacente sù’l Porto, evi fè auanzar’vn Va (cello Genoueiè, & vna Galea Dalmatina, che furono sforzati à furia di Cannonate di ritirariì. Mal ciò riufcito, deliberò, per no perderti trà leggieri attentati,vn general’affalto per mar’, e per terra; Ordinò lo sbarco di tutte le militie, e le ciurme, e sbarcate le fpinie per vi dà vn ge ogni fiancoall’attacco • Si combattè per feihoreoftinatamente. Tuo-cerai'affai- nauano à furia dalTalto della Fortezza le artiglierie, i mofchetti, e> l’altr’armi da fuoco; Volauano infinite le freccie 5 Colpiuano i tiri incettantementegliefpoftiaggreifori; All’vltimo, chi perdutala vita, fpiiitóZotL ^ v^ore lingue grondante, e chi l’animo alla molta ftrage, fiì flruge. forza ritraherfi, dopo rimafteui vcciiè più di tré mila periòne. Non-perciò il Giuitiniano fi sbigottì à ritentamela forte alcun giorno da-poi; ma l’efito fecondo vn ritratto fiì per appunto del primo ; Ven-Mtri àtte nero ièmpre gli sforzi mortalmente ritinti ; fi andarono riducendo le ofFefe in difefè, dalle difefe poi à flato difficile, & in fine il poco refiduo sloggia, fù coilretto à cercar la fuga dentro i Vafcelli. In aggiunta d’vn tanto difaflro peruenne iui à poco auuifò, che l’Armata Turca, comporta di quarantacinque Galee, con altri legni, premeua le acque verfo Metel-lino à voga rancata , onde il Giufìiniano, alla forza di tante iatture cur-uato l’animo, partì da quei lidi, lafciandoui eflinti cinquemila huomi-ni, feco ne conduce vn gran numero di maltrattati, e fé ne andò à fontc^C^ÌO Negropont.e. Scorie d’indi à Modon, e quiui non potendo al tormento degli incontrati infortunij refìflereinvita, mezz’hora, dopo zmuon. approdato, vi fpirò l’anima. Il Malatefla negli fleiligiorni pur bramò, benche mal guernito, di far fpiccar’in Morea qualche cofa del fuo Mififtrà co- valore. Andò à combatter, con quella gente, che potè, il luogo di Mi-vOutt ^ ^flrà, eipugnouui la Terra5 ma nell’aflalire la Rocca, intefo crà 7prèfa Uu quelle dure efperienze, che quattordici mila Turchi batteuan la flrada rena non, per quella volta in aiuto,fù Iodeuole il fuo configliodi fcanfar l’eccidio 11 ^General ficuro 5 ritirofli, nè fu. viltà il fuo ritiro, e trouatofi finalmente ridotto mdatefla fi ¡n f0fi mila Soldati, procurò di fupplir’al difetto del numero, col r,ura' vantag-