LIBRO TRENTESIMO. 7^9 tione di Prencipe. Deliberarono perciò d'impedir Fvna, e fodisfarfi nell’altra, e introduiTero immediate in Città numerala gente da tutto v’intr adu- li Contado. Hora fi, che fi vide Lodouico non pili Duca, che nel no- "J® me ) e non più viuo, che à gran pericolo. Pensò dar luogo all’auueria 'contado. fortuna, fuggendo,- ma con l’viò de’miferi, che fino alì’vltima efala-tione confidano, iòprafedeui vn poco ; ancor’attete alcuna migliorata eiperienza per lui } e mandò in tanto à Como i figli, il Cardinal’ Lodouico Afcanio fùo fratello, e Federigo Sanieuerino fratello del Genero Ga- * “/gii, leazzo. Ciò appunto feruìa’Milanefi, per dar di manoàetequirela, & altri già deliberata lor volontà. Eleflero quattro (oggetti de’ principali, e quelli andarono per configlio commune à profetargli, che già, ch’egli haueadimoftrato alla Città, co’l far fortirei figli, egli altri Con-iTrmati giunti, vn’aperta diffidenza della lor fede, non intendeano men’effi gi^itcfia. di più mantenergliele contra il furor vittoriofodell’armi Francefi. noUre/a. Non teppe allhora il metehino, che implorar pietà 5 enonpiùfpe-randola, riiòlic dartela da te medefimo. Prouide alla meglio alleilre-mità del ilio caiò 5 Prefidiò il Cartello fortifluno di Milano di due mila fanti, e di copioie munitioni da guerra, edaviuere, Glilafciò den - jhiio. tro al comando Bernardino da Corte, fuo gran prediletto, e fperato di amore incorrotto,* ed ei, teguitato da Galeazzo il Genero, edapoco più di ducentoCauai leggieri, vici di Città. Volato al Triuultioil rfcifce dì ragguaglio, fi moffeincontinéte, con tutto I’efercito,ed accoilatofi al- M:lan0‘ le mura quattro giorni folamenteda poi partitoni Lodouico, gli fi n entra, a aprirono in vn momento le Porte5 fù riceuuto da tutti con feftonifi- « •• •• • • « • 1*1 1** • « 1« (Q ìli ttO LC* mo applauioj e in breui giorni tutti gli altri luoghi rimanenti dello fndto. Stato di Milano humiliaronfi alle fue bandiere. Continuauanoàca- j/\ minar pure di pari paifo, e con egual forte à qucil’altra parte le Vene- del Ducato tiane militie, Si approifimò con eiTe anche l’Aluiano à Cremona, ed ^ll(i£arra!' alla fua prima comparià gli mandò Ambafciatori la Città con tutto il V Aiutano defiderio di arrenderli: madifapere infieme, innanti di farlo, l’in - à Cremona. tendone del Generale Triuultio qual foilè. Glifù rifpofto, che per le conuentioni della lega doueafi alla Republica il Dominio di quella. Città,* Ilchefubitointefoda’Cremonefi, (puntòil Veteouo, e ipiù Confpicui con feguito qualificato alle Porte 5 limitarono i Proueditori, e i Capi fotto vn’ampia tenda diftefaui, & vnoeshibì per tutti gli al-tri di loro conoilequiofi (entimemi vna perpetua fede, efofpirata, ioggettione alla Veneta Patria. Introdotte, e impoifeffatefi di Cre-mona queil’armi, fupplicò il Popolo i noftri Proueditori di vn gratio- \0Z‘vLcù io lolheuo da intollerabili aggrauij, che hauea loro Lodouicorecente- èfenuno u mente importi,e di che liberalmente ne furono contentati. Reilaua il CaftelIo3vno de’ più forti dell’Italia,in cui hauea Lodouico iateiato Go- Timo An- uernatore Pietro Antonio Battaglia. Per non vfaruila forza , glifi porlero dolcezze re tribù tiue de’ premi j, arrendendoli 5 ¿keglivolen- anco n calieri ikLU