LIBRO VINTESIMOSESTO. <5i? il Pontefice col dono della Rofa, riguardeuolmente apprezzata, edal Publico íommamente aggradita. In quella Campagna, e nelle due fucceifiue di guerra continuato r ^ 6 co’ Turchi, più non fi patì alcun diiiftro in mare, e in Leuante 5 nè fi vede occorio alcun caiò degno di memoria, ièmpre hauendo il General Loredano conièruato il tutto netto, e ficuro, nè trauagliataíi la República, iè non trà diipendij à iòilener’egualmente TArmate. Ma^ non fù così à queft’altre parti delTAlbania,e più à dentro ancora,oue in-forièroaltretanto terribiliToccafioni di iànguinoiì accidenti, de"qua- neirjiba-li può dirfi, che ne foflè principaTinftromento il Rè Mattias d’Vnghe- JJJ• a ria, trasformatoli allhora da vnaiàggia virtù, ièmpre dianzi manifeita- 'ynghs-ta, inaltretantadebolezza,edincoitanza, naturaicoftume dell’otti-ro• mo, corrompendoli. Hauea con Tarmi iùe, econlefuffraganee, già dette, eipugnati più luoghi, e battuti più eièrciti de gli Ottomani5 quando pur proièguendo ne’ fatti infigni, aiTediataSerandouia^ , f Metropoli della Mifia , mentre viitaua egli con alte fperanze di prenderla, effeminò il viril cuore5 difaplicoffi dalle guerriere per darfi alle application! amoroiè, non primo efempio di Eroi, efeco, cheMeemet iène auuedeiTe, e ne profittaffe in gran forma. Balzò trà il mezzo di quelle negligenze il Turco alla reità di quaranta. milaCauallij Diroccò tré forti, chehaueanel principio deUaifedio erettiTVnghero alla Piazza vicini, per impedirne ifoccorfìj Sforzò l’efercito Regioà sloggiare,per non reftarui, attendendolo,* ed entrato nella Moldauia, depredò, diflìpò, diièrtò quei contorni, vfeen- Gran danni doui carico di gran bottino, e trionfante di quaranta mila prigioni. Ìe'„Tu^h,i ^ , 1 » 1 • * 1 ” • nella Mol- Dato principio a cadere da vn alta cima gran pondo* non v e più rite- dauu. gno,che non precipiti. Parue, che Mattias deilè allhor’al Turco la. ipada in mano, e che toglieife, per dir così, à fauorirlo. Rimoilè tutte le fue truppe dalla fronte di lui, e iènza riguardo al ben Chriftiano, & alTamiftà col Papa, e la República, le riuolfe per inuentato diigufto contra TImperator Ferdinando 5 fpogliando di tutte le proprie forze. 11 \è vn-in tal guifa, e l’Albania, & i luoghi Veneti di quella Regione. Corren- lhaenr¿on*bñ do per natura la lingua,doue il dolore la chiama, cor iè à quella parte. Mbam, Meemet, in cui acutamente mordeuanlo tante dolenti memorie la-feiateui, & à quella preparata lauta menià fè marciar vn’efeicito rame, àieftremo polio. Era Croya, come ancor dicemmo, la Metropoli di quella Proumcia,& era quella,che hauea fotto deifa fatto morire Amu- l'Albania. rat il padre, e due volte per Tinuitta mano di Scanderbech ichernito Meemet medefìmo, con infinita iùa gente rimailaui. Perciò Ja tolie. per primo iègno dell’ira, e fcagliouui contra gran numero di combat* tenti. Staua tutt hora la República nella tutela di Gioanni Cailriotto, Cy0y"4 vnico figlio già laiciato da Scanderbech in tenera età ,• hauealo con affetto paterno Tempre affittito, e teneuapur in quel tempo in ogni Cit-