86 DE’ FATTI VENETI. ogni luogo di buon preiidio * e già terminati due anni, e mezzo d vn. glorioiò peregrinaggio, e fegnalato altamente il nome della República , e di fe fleiìo, fino accreditando, e pendendo in anguftie di denaro, come fé follerò fiate d'oro, e d’argento, monete di cuoio, reilituiili ]\ipatri sloggiarla dalTaiTedio di Zaffo 5 vincer Tiro , e Aicalona in Soria j Rodi, Scio, Samo, Lesbo, & Andro nell'Arcipelago;, Modonin Grecia 5 fugar co’l iòlo nome da queilo Golfo Tarmata Imperiale 3 ricuperar la Dalmatia dagli Vngherij conuien., dirfi per giuda lode, che à difcorrere gl’annali del mondo, polli vn-vanto pari àgran difficoltà inueiligarfi. Eleuato dal Popolo in aria,, Etitppiauft fù pollo à fèdere nel Trono con acclamationi, ed appiattii, qualià ai DogtLj. punto richiedeuano i fublimi gefli. Narrò con ornata efpofìtiono la ferie degli accaduti auuenimenti ,• efaltò il valor delTarinata > Tin-trepidezza de5 Cittadini, e coronato il racconto di trofei con gli flati aggiunti alla maeflà del Patrio Impero, finì d adornargli ditrèpre-1125 tioie reliquie, due de corpi de' Santi Ifidoro, e Donato, & vna della pietra, fòura cui noflro Signore in Tiro fède. Viffuta la Città per qualch’anno in pace, non coflata più, che Mo-don'al Greco Imperatore rilaffata in dono, ingombre; la República dipiùfuneflotrauaglio, che d’armi, la morte lagrimata, diquel-Tictro To- lo íleüo Prencipe immortalato. Venneui eletto in fucceilòre Pie-Um Doge. tro Pdani, fuo genero5 e quieto viffe pur egli fino, che ipopoli * 13 0 di Fano, Città della Marca d’Ancona, lo richiefero di patrocinio. Era loro con frequenti diflurbi, e (correrie importunata la libertà da quei Fanefi rie or di Pefàro, e di Sinigaglia 5 onde qui ricorfi, ed eipofle le proprie in-\epuhlníl ceffanti moleflie, rincrebbe alla República Toccafione 5 ma non potè per aiuto co non efercitare, pregata, la natia carità in follieuo del debole oppreffo. itffojs'i Raccoliè con celerità molti legni, &efpediti in aiuto di Fano, ardi-vigagiia. rono quegli oftènfori d’affrontarfi loro, e d’attaccar la battaglia. Nul-t-.ijoccm-e ja p£1.Q Ile] gu ar ferr¡ corrifpofèro al primo ardir dimofliato. Cef-ferofubito, erimafèro ben preflo diffipati à fegno d’implorar per fc, miete/¡là ííllel bene.’ c’hauean voluto ingiuflamente turbar a gTaltri. Era, pace. in vero, poco il fuo merito per trouar pietà : nulladimeno fempre di-lettatafi la Patria, quand'hà potuto, di cangiarli rigore io clemenza,, pronta-