LIBRO VINTESIMOQVARTO. *61 vantaggio de’fititrattenendo/i, iènza nuocere, nèd’eflerlui menno* cinto, per quella ftagione. Capitato il ragguaglio al Senato della morte del General Giuftiniano, dell’Impre/à di Metellino infelicemente iortita, edelconiumo, eperditadi tante militie, e in mar ,ein terra, le ne amareggiò acerbamente. Prepoie Giacomo Loredano, Senator c;acomLo diftimagrande, fucceifore al defonco foura PArmatamaritimaj prò- redano gc-uidelo, tra le grandi anguilie, di mille huomini, econeffi veleggiò 1 eletto in Leuante . Di tal modo allhora trauagliaua la Republicacontra il TurcoEra,è vero, il ilio trauaglio, per difenderai proprio Dominio > Ma chi non-vedca le fue fiamme preparati incendij à gli altri ancora, fe il nemico giàconofceaficommune. Si compiacquero nondimeno i Caualieri Geroiolomitani, poflèiTori delllfola di Rhodi, e che veiliuan per loro impreià la Croce, d’inferirle, in vece di aiuto, vn difpiaceuole infùlto. Staccaronfi d’Aleifandria due, ò tré Galee di mercato-. Capitano Andrea Contarmi, e Sopracomiti Francefco pur Contarmi, e Antonio Vitturi, & eran cariche di merci di ragione di Maomettani Egittij, edihebreinegotianti. Caminaua la guerra con gli Ottomani , non col Soldano, e libero da quelle parti in confèguenza il commercio , approdate iènza efitatione nel Porto di Rhodi, prete-cauaiieridi iero i Caualieri fermarle j e /caricate le merci, confi/carono il tut- f&odi ferzo . Quand’anco fo/Te flato vero, ciò che adduifero, dell obligato loro religio io inftituto,di perfèguitar gl’infedeli in ogni luogo,e tempo, ca- Torto. deuan’ancora neceiTarij due riflefìi à diftinguerne il cafò. L’vno, che i legni eran Veneti, comandati da’ Veneti Rappreièntanti, e i Capitali, benche d’Intedcli, affidatiui fopra. L’altro, il tempo cotanto improprio , di dar motiuo al Soldan dell'Egitto di pretefà ingiuria, d’inter-dittion di commercio, e di moltiplicati trauagli. Non confìderandofi per ogni modo mai l’intereiTe fe non quando fi crede proprio j cieco ei ièmpre di ragione, e più cieco ancora negli altrui biiogni, non vi fù rimedio, cheiè neappagaiferoquei Caualieri, fe nonconlagiàfatta^ depredatione. Saputolo il General Loredano, (limò l’accidente della grauitàgià difcorfa; Pafsò immediate con l’Armata nelTacque di Rhodi , e fè capitar’vn rigorofo protefto à quel Gran Maeilro di vna intera-reftitutione del tolto. Vsò colui l’alterigia, e’1 fuifiego in rifpofta. Gli riproteflò il Generale,che obbedir doueiTe nel termine di giorni tré. Fù la replica più dura, e renitente che mai 5 allhora il Loredano, rotto. ,, li vincolo della patienza, approdò, sbarcò sù l’Ifòla, e depredo/la 111 redano sbar gran parte. Dimorauain Rhodi à quel tempo Carlotta, giàflataReif c,atorSÙL’eIJl na di Cipro, e fcacciataui da Giacomo Lufignano, come diraili al fuo ¡ente. luogo i Vis ìnterpoiè j riduife il Gran Maeilro al ricono/cimenro dei debito, & à far quello, che prima fatto, farebbe flato meglio per lui 5 E parte con E gli iè reftitutione di tutto il tolto, e’1 General con /’Armata fe nela rohhil r,‘* Bbbb partì. CHpema •