LIBRO SETTIMO. 131 cidamentei’viurpata Diadema, glifi farebbe clementemente rimef io qualunque traicoriò 5 e trattato come fratello, e Zio di due Imperatori , fignorilmente. Ma non è così facile à lanciar lungi lo Scettro, benche ingiuilamente rapito. Cornipoie in riipoita con altra Amba-icieria in periòna di Nicolò Roifo, di Natione Lombarda 5 II qual pie- che ne ma-fentatofi à Confederati, principalmente itudiò di coprir di ragione con aifottigliato difcorfo Pelerei tata barbariejPregò à defiiterfi da quell' generali. impreià, al ilio Signore altretanto ingiurioià, quanto nulla pertinente à quei Prencipi 5 Con iipeciofa pia carità infiftè fortemente, perdio fi proièguilfe ne’primi penfieri à portar Farmi in Soria ,• e conchiuiò per nome del medefimo con offerta generofa di militie, di denari, edogn’altraprouigioneinaiuto. Non era più tempo 5 più non con-tendala riipetto alcuno il maneggio dell'armi, Fù la replica al Roifo vn diicioglimento di qualunque trattato, che proruppe in guerra deciii-uamente intimata. Il paffo primo, da cui dipendeuano delPvna, Guerra in-dell’altra parte le più rincuorate iperanze, confiileua in iliperarfi, ò non iuperarfi lo sbarco. Per impedirlo, sciano i Greci tratti fuori, e preparatifi ben ordinati 5 e inoltri non atterritili punto, ipinti iVa-fcelli, e le Galee in vicinanza, fecero montar le militie fourapicciole barche per approdamele 5 e da lungi con dardi, & altri ftromenti prin- Tmcipìa-cipiarono à porgere fpaleggio à iiioi>e tormento a’nemici.Era l’attenta- ^¿poto iiiantaggioiò ailài, combattendo gli vni da porto eleuato sù le rime- lo sbarco. re , gli altri al baiso con piede lubrico, & ondeggiante. La perfiitenza finalmente, ch’ancoè iuperiore àgli iuantaggf, equafi ièmpre vince, così potè ottenere anco allhora. Indefeilì i vicini alla pugna; infittenti i lontani à colpir’, e à ferir da’ Nauilij, furono i Greci sforzati à ceder’il pofto 5 corièro a iàluarfi nella Città 5 e laiciate al di fuori in abbandono e fi ottiene molt’armi, e gli iteifi Padiglioni Imperiali, fmontarono inoltri siile riue abbandonate, e cominciarono à trionfar delle fpoglie. Superato queito, e reiiato l’altro paifo d’auuicinarfi alle mura, fi diuiiéro i Capi Poppugnationi ; l’vna dalla parte di terra deilinando a’ Francefi 5 l’altra del mare alla Veneta Armata. Staua foura la bocca del Porro vn’altra-forte diiteià catena, che, come la prima già infranta, impediua per tra-uerfo del Canale, l’ingreifo, e ièruiua di ficurezza aventi Galee, e ad alcuni Vaicelli, che dentro v’eranpbene ordinati. Ora mentre, per iipianariène la via, intraprendono i Veneti di ipezzarla, Tiieodoro La- Ejee The(r_ icari, Genero d’AleiIìo, e primo Comandante dell’armi iùe, i\npa-doro ufea-tiente di contenerli rinchiuiò, forti dalla Città, ièguitato da vn corpo 1 grande d eiperimeritata militia, e con impeto s’auuentò d improiuiò contrai Francefi, che già dalla parte di terra andauanfi accampando. Combattei!! dubbia, e iànguinoiàmente per alcun tempo : ma preual-ie , dopo molta itrage,à quella de'Greci la virtù de’Francefi j riuolier quelli le ipalle 5 óchebbergran fatica di rientrar’in Città, del troppo R 2 ardi-