68a DE’ FATTI VENETI. per la Romagna, &hauea fatte à taloggetto auanzar’à quella pártele truppe dette. Ma nel punto di toccar leuata dal Milanefe variò dal-folue il la prima intentione, rifolfe di andar a Fiorenza con tutto l’eièrcito, e Lodouico, eLorenzinode'Medici, quello parente, edamenduene-' mici capitali di Pietro, hebbero forza di perfuaderuelo. Tra gli accidenti di quelli viaggi, e di quelle dimore, fi trouò il Pon-coionncfi tefice in Roma in grande anfratto. Tumultuarono i Colonnefidi contra ^ dentro , ingroifaronfi alla gagliarda di fuori, e padroni del Cartello Tmcfae! d’Hoftia tenean chiufo il patio alla parte di mare, e quaiì, cheinaf-fedio di viueri Roma fteiTa. Haueagli Alfonfo mandato in aiuto Virginio Orfino con buon numero di Caualli, oltre alle militio > di già Iaiciateui, ed altre ripartiteui ne’ luoghi intorno . Noitl, perciò riputoífí AleiTandro ficuro, Chiamò in proprio aiuto vna_, la Romagna gran portione delle ilie genti in Romagna dall eièrcitodi Ferdinando, S? «2?** e ^atte *n ta^ nmaner’à quella parte le forze Aragonefi icarièggiate ,u gene' d’aifai, ed altretanto fùperiori le nemiche, il Conte di Gaiazzo,coglien-cdu o' S¿ ^onc l'occafìone, efpugnò tré Cartella nelContado d’Imola, di Forlì, pr&fe f5- e di Faenza, ed altri luoghi contigui gli fi dierono à patti. p & altri Partitoli tra tanto Carlo dal Milanefe, girò à man diritta per la Valle "og 1 ‘ del fiume Taro, &arriuòàPontremoli, Terra sui piedi delFAppenni-caria àPo. no. Coriè la voce à Fiorentini del /ùo viaggio, e per douuca erandez-tremoli. za gi¡ eipedirono incontro vn’Ambaiciatore, che fiì lo ileiio Pietro de’ Medici. Quiui gli fi fè innanti coftui con grande comparfa >, e iùp-faCO>Tictro phto» c'hebbe all’incarico d’vna vifìcioià humiltà, pregollo per nome. de' Medici della iùa Patria à compiacerli, che, sì come Fiorenza infinitamente. ^imbajaa- gioiua dell’ingreiTo ilio reale in efl’a, così voleffe entrami in forma di Prencipe amico. Non moitroifi Carlo, verfo Pietro fpecialmento, bene intentionatoifoflejò perch’egli haueife già oppofto, che la Tua República gli fi dichiarale in fauore 5 ò pure per li finiftri concetti,che Lodouico,e Lorenzino de’ Medici gli haueano fparfi di iùa periona.Dub-biofo dunque dellagratia del Rè, allargò, non tanto per publico bene, che per lùo priuato interefle nell eshibitioni la mano per guadagnarlo, csbfbitìo ■ ePurche la Maeftàiùa fi contentarte di pace, lepromiièinvìi colpo, di ’"Pietra ai -^fa > Liuorno, Serezzana, Pietra Santa, vna tributaria corriiponfione, Jtf. e buon numero di Caualli, fino che fi fermaile in Italia. Intefi li Fiorentini quelli ampij partiti di Pietro, molto contro gli fi adirarono, l Fiorentini Richiamaronlo in Patria, e concitoflì il Popolo di tal maniera, chegli "trohùiorù amic* ’ fo^ta miferia di chi principia d’alto à cadere, gli fi riuolta-chiamano. ' rono, & vnironfi alla contraria fattione. Egli, ancor confidente di iè medefimo, s’arrifchiò nondimeno den trar in Fiorenza 5 Ma quando, entratoui, trouò grande aiTai più del fuppofto lVniueriàl commotio-Fugge co' ne,non più ficuro credendofi, fc ne fuggì di nafeoftaj feco infierne an-ycTctia* darono Gioanni Cardinale, e Giuliano fratelli, e prima corfi à Bolo-