LIBRO OTTAVO. iy7 ripaisi incalzandola, ma nel più bello della fperanza, gli fouragiunfo vna freccia, che, mortalmente trafittolo, in pochi momenti priuollo di vita. Morto il Capitano, fi ritirarono imarriti gli altri 5 eiFattiofi nsfl* vcd-ripreiòcuore, eauanzatiiì, reipinièroinoftrij corièro arditiàimpa-^0, dronirfi di Mirabello, e Scittia,eprepararonfi adimprefe maggiori. / soiiemi Capitato à Venetia il ragguaglio di sì graue (concerto, fi pianfe il Dan-dolovcciiò, e fi temè della diipofitione peifima di quelFIibla, quafi sdttìa* rimafta in libertà de’ribelli. Più però che amareggiaronfi icuori, più lapaifionegliprouocarono al rimedio. Trouatefi pronte in poche giornate doaici Galee, fi eipediron'eile in Regno con Giacomo . Longo, e Leonardo Nauagiero à gran fretta ; e parendo allhora, per ^Tuonar hauutiauuifi, 1 emergenze in Thracia reipirate aifai, e Tlmperator'donauape Henrico iliperiore più volte anemici rimaftoj perciò parimente fi fcriife à Giacomo Thiepolo, Nobile diiòmmo intendimento in Co- conn. cu-ftantinopoli, che douefle anch'egli trasferiruifi da quella parte ( Primo Giacomo publico Rappreièntante con Titolo di Duca) e che ièco conduceilo Thiepolo infieme vna (quadra di quelle Galee Venetiane, tolte dal numero mag- far due olì gioie colà permanente. Eièquì il Thiepolo gli ordini fubito riceuu- tinotoii Cp ti, e fi partì verfo Candia. Gli fi congiunfe in viaggio con altre Galee^ ^/o dl Dìi MarcoSannuto,padrone diNixia5 eproièguendo ièco infieme, ap- gu fi con. prodò felicemente nellliòla in tempo, che il Longo, e il Nauagiero, f'o simuli. impediti vn poco più del douere à Venetia, non eranui per anco arri-uati. Trouòegli quei tumulti auanzatià fegno, eh ogni frappoito ritardo potea ftabilirgli. Diede incontinente Limano alla forza, o profperando il Cielo, e la Giuilitia il coraggio, in pochi giorni abbattè , e diiperiè quei perfidi 5 racquiftò le due Fortezze di Mirabello, o Scittia 5 alcuno de’ principali, capitatogli viuo, il fè iùppliciar con pu- wrlLiil, blico efèmpio, eridotta tutta Pliola alla quiete, principiò allhora ilc Sfittìa • Tiepolo inveiteroifa laiùapublica Rappreientanza. Magia eflèndo prefentto, che fi douelfe, proceder a gli fcandali, non più potea la virtù rattenergli. Marco Sannuto, che s'era fino à quel tempo dato à diuedere non d altro anfioio, che della Patria grandezza, mutò aneli egli d'improuiiò à quelle variabili ièmbianze l'affètto, e la fede. L'occhio dell’ambitione, che più, che vede lontano, più accieca, preci-pitollo nel defiderio di veftir fe ileifo, e di ipogliar'il ìlio Prencipe del Manto Reale, e nel medefimo punto, che meritaua, tralignò infedel-mente dal merito. Deliberatoli all'iniquo attentato, flimò, che per far appetirli tumulto ad vn Popolo, neifunlncentiuo vifoife miglior della fame. Procurò, e riuicigli anco vn giorno di farne iniorgere vil. r>iai} innùrro nella Piazza di Candia col mezo de’iùoi partigiani $ e tra 1 vniueriale del volgo acceiòfi facilmente la fiamma, tutto ad vn tempo fi iolleuo la portione delle militie da lui dipendenti, e corièc 011- pà ntfeer . tra il Comando, e la vita del Thiepolo vn'empito numerofo. Sorpre- »»