7*2 DE’ FATTI VENÉTI. Sloggino. Riprende Egina , Inuade Adetellim • altre lmpre-fe, Armata di Spagna in Leuante ; Jìto Generale Ferrante Con-faluo, Tentano vnite a Vmeti Cefaloma con mareuento ; e poi la prendono; Sorprendono il lunco. Confaluo ritorna in Sicilia 3 e liberalmente retribuito , Prendono i Vme ti vndeci Galee de Turchi . Cefare Borgia infetto. Occupa Arimim 3 e Pèfaro , Sue laidezze. Confederai ione della Repub lica col Rè Fladislao d'Fngheria. Gran naufraggio deleghi Vmeti. AleJJìa volontaria alla Republìca. Il Borgia ef^ugna Faenza. Sotto Bologna fen^a effetto. Turchi prendono il lunco ; e Duralo. | R O P P O diuretico medicamento furono à Lodo-douico Sforza Farmi già da lui chiamate in Italia di Carlo Ottauo Chriflianiflimo Rè. Pretefe, diftrug- Capenì efficaci delL'-l'jlxmi Fra eefi in Ita- ha. gendo con effe gli Aragonefi nemici, di guarir da dubbij di perdere il Dominio di Milano, rapito al Nipote, ma il vehicolofù troppo aperto a’torbi* di humori, e già (ino allhora peria, fé la Republica. non vi accorrea pictoiàmente in difefà. Fattali poi facile à quella guerriera Natione la flrada dell’Alpi, vi s’innamorò Luigi duodecimo, già daeffo nelle prime occafioni imparata , e calcata. Se la fè naturalo conl’vfò, e giunto allo fcettro, inondò foura chi sera inchinato ancor" à riceuer nei ièno Italiano le torbidezze de’Monti. Così venne, così vinfeLuigi; cosìreilòLodouicodiflruttOj e così Tarmi Venete, che prima furon d’argine à lui, fu egli fteflfo quello, ch’obligolle ad eiTere di fe medefìme. Reo dunque di tante colpe, e reo maggiore di tentar' ancora Teccidio della Repeblica, che Thaueua già preferuato’, fùgiu-iliffimo il giudicio di Dio $ perdè lo Stato 5 fuggì da Milano, e dall'Italia , e prefone la Maeilà Chriftianiflima il poffeiio,e ripagata in Francia, s’inueilì la Patria Veneta anch’ella di Cremona, e di Giaradadda, puro fperando vn giorno di goder delle antiche, e delle aggiunte grandezze, più à neceiTaria difefà, che à ragion d’armi acquisiate. Ma era flato troppo perfido il feme da Lodouico già fparfò, e troppo barbaro il terreno, che riceuutol’hauea, perche l’Imperator’Ottomano Baiazet non ipuntafle con fiamme,ed incendij contra queita, per tanti rifpet-ti, combattuta Republica. Si diile già di lui, che, volendo diflruggere il Soldan dell’Egitto, à cagione di hauer fauorito fiio fratello Zifimo, quando gli contefe la Monarchia, e fpinteui contra due Armate, vna per terra, l’altra per mare, quefla il Cielo gli toglieiTe con prccellofa tempefla, e quella gli foile tagliata nella Caramania dall’efercito de’Mamalucchi • Dopo ri- leuati