LIBRO VINTESIMONONO. 697 poli per Tua natura, volciTe principiar^ dar la mano nella ruota volubi-liifinia della fortuna, e mutar a Carlo I’aipetto dimoftratogli belliifimo fino à quell’hora. Fuori poi di Napoli, l’Armata Spagnuola marittima, già oltrepaffata per difender la Sicilia nel mar Tirreno, non abban-donaua Ferdinàdo colà ricourato. Parea,in sòma,che la fperanza aprif porge aiuti fe al cadente Rè alcun’indicio di poter riforger ancorale perche apparii1 a^n'sM. fèda tutte la parti, che ogni forza cóuien ilar ièmpre ioggetta alla legge fó*. degli accidenti, vno ancora ne inioriè aifai ilrano, mentre fu affalita da procelloià borafea PArmata Chriilianiilima, ereilòfquarciata, e minata sii i lidi di Piombino in gran parte. Tal’era lo flato di Carlo, e tali ^ 2^* le variationi dentro, e fuori di Napoli trà gli errori ineuitabili del Mon- Iran bora-do,quandoà lui peruenne auuiio della confederatione Italiana con'fca-chiuià. Ella gl’inualiè incontinentenell'animovna grande apprenfio-ne. Temè, che, fermando in Napoli, e dando il tempo a5 Collegati di Gran con-porre infieme gli accordati eièrciti, poteffer’eglino precludergli le (Ira- bearlo. de di ritornartene in Fracia, già che più non potea praticarlo per mare, ftante l’infortunio a’iùoi legni accaduto. Chiamò i più maturi à con- chìama a figlio, e diicuffo, e ventilato di che rifoluerfi, hebbe l’odio contra Lo- configli. douico il primo luogo delle opinioni. Tradita la fede, beffeggiato il rifpetto verfogran Rè, fù tolto principalmente di iègno. Due coic, Delibera contro di lui per allhora iùegliaronfi ^ l’vna, di alienargli la Città di due rijoiu-Genoua, e perciò fi commife, chVndici Galee, iòprauuanzatedal pati lZopTo'. * to naufragio,vi fi trasferiifero con Pietro Fregoiò, Cardinale, flatouì Doge, Obietto dal Fieico, &il Prencipedi Breffe,- l’altra, di fcriuerfi in Francia pe’l paffaggio ¡n Affi di molte truppe al Duca di Orliens, à rinforzo di lui, &àincommodo, e gelofìacontinua di Lodouicome-deiimo. Vertì poicialaconfultatione foura la periona del Rè, e i pro-uedimenti di Napoli. Per la prima, concordaron tutti, & egli di egual defiderio, che doueife preilamente portarli in Francia col riguardo dianticipar l’vicitadelle Armate de’Collegati j E foura l’altro delle prouigioni, fi trouò affai icario il numero delle militie, per diui-derle in due corpi, l’vnoàmarciare co’lRè, l’altro à laiciarfi alla cu-ilodia di Napoli. Deliberoilì per tanto, ebeotto mila fondativi ri- E[adiuijìon manefjero, e tutto il re [tante fe ne andajfe oltre i monti ; troppo Jì l- delle for^e, mato importante L’afsicurar la per fon a, & ilrifpetto della Adaejia Jua. Così rifoltofi, diilribuì Carlo prima del fuo partire le Cariche in {*«> l'altra Regno. Fè Filiberto di Mompenfieri, Prencipe del fangue Reale, iùo1,1 hl^olì-Generale Luogotenente. Obignìalgouerno della Calabria5 il Sini- Diflribuifcc fcalcoBulgarideftinò à Gaeta. Gradano di Guerra nell’Abruzzi, c%iari^^ molt altri Capitani ad altre prefidenti cuilodie inferiori. prima dipar Ora ripieno Ferdinando ièmpre più il cuore, e la iperanza di riior-cire * ta fortuna, montò foura l’Armata Spagnuola, & andò à sbarcar’in Ca- Ferdinando labria ne medefimi giorni, ch’era in procinto il Rè di partir da Napoli, . ÌT Tttt Subito