66% DE’ FATTI VENETI; Iraprefa degna di lui. EraZiiìmo, il già detto fratello, doposbattuto da eifo, hor’ all’vno, & hor’all’altro Prencipe Chriftiano ricorfo, e l’ha-uea tenuto in cótinua appreniione, Lo haueano più volte|pur difturba-to i fuoi Giannizzeri, iòlleuatiiì à trauagliarlo. Hora quelli lèdati, ed allontanatoli quello à baftanza, rifolfe per fuo primo sfogo d'inuadere il Soldano, per antica competenza, e per freico diigufto di porti aiuti à Geiofu d? Ziiìmo iteiTo. S’ingelosì grandemente il Gouerno di quella molía, o tanto più, che fè il Turco ricercar’il commodo, el ricouero in Cipro JLrmamen- allafua Armata, in pallando. ¡Senatori però procurarono efìmerfi jo c!pro!er con accommodate ragioni ,• ma vi vniron anco in aggiunta vna buon Armata, eleggendoui Generale FrancefcoPriuli, che partito, efattofi maggior di forze con alcun altri Vafcelli, nauigòin fretta verfo quel Regno. Foife, ò quella naualecompari?., ò pur, che Baiazet, tutto ri-uolto col peniìero al Soldano, abborriííe altroue in quel tempo intri-. cariène,paisò nell’Egitto l’Armata, iènza punto tocca fin Cipro, nè gitto i'm- in altra parte le iòdisfattioni, e gl’intereííi di quella República. Ma io mata otto. \\ prefente non aificura dell’auuenire, tanto meno deuon credergli i Touarapro Prencipi, che mifurano le congiunture, e van con effe reggendo 1 lor nè dtrouc, paiTì. Se hauea Baiazet 1 alciato allhora in pace il Regno di Cipro, non VmeZ "delcra perciò pallàio il pericolo j non mutato il Clima 5 nè ritirata in più cmemoper iìcuro luogo auell’Ifola, onde non reilalfe ancor efpofta, e nelle fauci, altri tempi. comc auanti,ciell’ingordigia Ottomana. La corteiìa, quando è fouer-chia, ègeIoià. ConPeièrcitata da’Turchi iì accrebbe alla República-maggiore il dubbio di alcun couato diiègno 5 non credibile, che cangi in vn punto vn Barbaro il genio, e le maiìime. Era potentiflìmo il nemico 5 Lui iì temeua fuori del Regno ¡ Agitauano i ieditioiì continuamente di dentro contra la vita della fteila Reina, già fola ri m alla àfo-itener la vacillante Corona, mentr’era mancato poco innanti il Rè bambino. Vno di coloro,'Triitan Gibletto,iì fcòprì d'animo limile al nome con triili diiègni. Auenne al General Priuli di liquidarlo,e couincerloreo di vn proietto di matrimonio tra la ilefla Reina, e Ferdinando di Napoli, Trattamelo che per l’antica cupidigia fcrittafi al ilio luogo, ancor iperaua d’inii-zZrmonìo gerirtene • Circondato per ciò da tante trepidationi il Senato, piede/^ iyeina uide impoifibile che quella Corona foura il Capo di Caterina, ò norb ‘dìnmdo*'’ iltappailero vn giorno i Turchi, ò non gliele infidiaflero i Chri-tmti . £j.|an^p¿ necei^ca i lfoluere vn partito prudente,ch’ella ii compiaceli di cinger le tempie alla Madre fua Patria, e fe medeiìma ricoronaife in-ctr^nfuo ^eme > appagando quel debito, cheilfíglio, naicendo, contraile col fratello à Padre, di dar’ad elfo il ben’eifere à ricambio deH’eiTere da lui ricevuto. ^¡muntiar Fattone poíitiuoildecreto, fu incaricato Georgio Cornaro, fratello il Regno aL di lei, à trasferirmi] 5 diicorrerle 5 motarle euidenti gli eilerni,& inter-u nepubu- n¡ continui pericoli, e pervaderla della iahi.ee fu a, e della publica grandezza