LIBRO VINTESIMOSESTO. 6o ? camínate per Soria di negotio, & eípedille á Napoli di Morea, perche bcnúnfoizátc, parimentiièneandaiTeroàRhodij quiui s’vniííeroá gli altri legni commeilì, e tutti infierne veleggiaíTero inCipro, mandando ancor a vn rigoroiò precetto fimile alle Scale, e Porti di Leuan-te per tutte le Naui trouateui. Dopo, c’hebbe di tal maniera ordì nato àgl’altri, ordinòancora íeíteífo. Andò preparandoli con tutta-, rArmataj e già preparata Fhauea,& era già in procinto di ícioglier Tan-core,quando gli vennero nuoue lettere del Proueditore Soranzo d’ina-ipettatoragguaglio. Scriueagli, che iCongiurati Cipriotti, preue-dutovn gagliardo mouimentolor contro, e precipitatili nel timore, fi eran tolti d ìmprouilo di Cipro, &efpurgatolo di (èditiofi. Quel njbdHfug. fentito ceiTato bifogno l’haurebbe facilmente diilolto dal diui-si;' fato viaggio, e dalleiporfi al mare in quell’ingiurioià ilagione, iè non vi foife flato coilretto dalle forze già ordinate à paifarui, e daH’inteniò defiderio, che nudriua la Reina di vederlo . Andò à Rhodi* Vi trouò molti de’comandati Nauilij 5 Vnì il tutto ùl vn corpo folo, e viaggiò, ed entrò nel Porto di Famagoila con Arma- Cigolai ta, degna invero eli quel gran Capitano. Femmina la Reina, e> jLrmo.ta.ve femmina opprefla, fi rallegro infinitamente alla villa di lui, e di vil tanto potere in aiuto. Ringratiò il Generale 5 fihumiliò all’affetto, & alla grandezza della Patria, e con teneriiTìmelagrime di allegrezza, più allegre ancora, quanto più confinanti alle frelche vicite da gli feor-fi trauagli, aflicurò del debito, non men iùo, che del Rè bambino, indelebile. Accomplitoàqueilitermini, egli bramò, che, sì come nel Porto l’Armata Nauale face a de’legni gran pompa: così non men dentro in Famagoila fi diilendeflero le militie, non con penficr d’ambi-tione, ma con oggetto di porre in douere à quella villa i cattiui, e rin-cuorar'i buoni maggiormente in fede. Felle per tanto imontar’à terra, f« mo. òi à San Nicolò foura la gran Piazza in diletteuole ordinanza (piegate- ^ledfueZT-le, rallegrò la Reina 5 contentò ièileiTo j innalzò la Publica (lima, frutte. aificurò la libertà di Cipro applaudita. Per obligar ogn’vno al douere, reputò nectifarìo alcun eièmpio ancor criminale. Perquirí de’ colpe- cafliga più noli i Ne liquidò qualcheduno, che, fperatofi non conoiciuto reo, fi m* tratteneuaperanco in Regno, e gli fè (contar con publica morte il misfatto. Preiè poi à purifican Prefidij di gente fedele, e di agguerrì- Trouede » ti cuilodi Veneti, e ne cambiò, doue ne vide il bifogno, e fermò per1 ' tutto il Regno vnaficura lealtà. Ridotte le coiè à tal iègno di non redar à iè, che operar’, & alla Reina, che bramar di vantaggio, gli per-uenneroDucali del Senato, che (oprai primi (àputi tumulti l’incari-cauano di tutto ciò, che hauea già per appunto precorfo, & adempiuto all intero. Prefè per tanto dalla Reina licenza, & ella in teftimonio gi°”da£ dhonoreloregalòdivnbelMìmo feudo (òttilmente lauorato, e di kema. vno Stendardo dì color chermisi inteilo d’oro. Come in terra laicia- Gggg 2 ua,