LIBRO V1NTESIMONONO. 7^ liccntiò ancoralui con tutto l’efercito* confidenza ecceflwa, in veto, che portagli da proíperi auuenimenti, gli fè ícordar del tutto i cattiui, quaíi,chepiúauuenirnon poteífero. Noncurandopofcia lo riabilito accordato co’Francefi in Tela , fi rifolfe,mancando,combatter Gaeta, e vi mandò Generale della Condotta il Zio Federigo con Prospero Colonna, e’1 Valentino figlio del Pontefice, ambi già ilipendiati da’Collegatij dieci Galee della República* portione dell’Armata Spa-gnuola, enumeroiàmilitia terrestre. Ma mentre, ch’egli và tirando innanti felicemente le cote iùe, e che fpera il mare acquetato della fua tempeilofiifimavita, vrtò appunto allhora nello teoglio ineuitabile> tra mortali* Venne aifalito dagraue male negli inteftini,e gli conuéne terminare i giorni. Già infierito il ìlio genio tra le fierezze della fortu- ^‘¡iando na,hora buone,hora ree, prima che fpirar l’anima, diè gran teilimonio di crudeltà. Tenea nelle fue forze prigione il Veteouodi Tenno* Fè moredo lui, troncar’à quellola teila,e volle, per accertarli del fatto,prisma di chiuder gli occhi,con gli occhi propri) vederla. Mancato lènza figli fuccedettegli Federigo il Zio, che fi tolfe incontinente dal combat- 1497 cere la Città di Gaeta, e pafsò à Napoli, condottoui dal General marit- J ^er,|{®. timo Marchione Treuigiano. Fù. applaudito da’Pnncipali, e da tutto /uccede. il Popolo * AiTunfe la Corona, e le Integne Reali, e la Vecchia Reina. yà ¿ _ fùa Matrigna prontamente gli confegnò Cailel Nuouo, ancorché, ef liapplaudi-ièndo iorella di Ferdinando Rè di Spagna, bramaife al fratello di darlo.t0) ecor°' Mirò anch’egli per primo vantaggio à riconciliarfi co’ Prencipi, e Ba- ’l°' ioni nemici del morto Nipote. Douea quel di Salerno, in virtù de’Ca-pitolati, andartene in Francia efiliato* Molte, lo blandì * lo fermò, e E famrijce per più obligarlo, gli conceife la Prefettura del Regno, gran Cari- il Trencipc ca,e congiunte in matrimonio vna iùa figlia ad vn figlio di lui. Etercitò dl Salerno • poi con ogn’altro grandetti generofi, ed’affetto* ed affettate le cote.Ealtri. ciuili di Napoli, licentiò Marchione Treuigiano con tutta PArmata, nauale, come hauea già fatto Ferdinando l’altre militie terreftri 5 ri-tornando poteia in perfona di Rè con l’efercito all efpugnation di Gae- ^uaie ta. Vi prete fubito gran parte de’ Borghi,e del Monte * apportate cÓtra ilneta' Porto, dou’erano alcune Naui Francefi, le Artiglierie, i Gaetani,vedendo imminente il flagello, condeteetero a’patti di andartene liberi 5 gli confegnarono la Città, e foura tré naui ben cariche te ne andarono al lor buon viaggio. Come pareua,che tutto il Regno gli s’inchinaiTe,così quei di Tarato perfiileano auuerfi per anco. Battea quella Città Cefare, IZTfo. fuo fratei bailardo, per mar’, e per terra, quando morì Ferdinando * Intesane la morte,pote in Confulta tré partiti quel Popolo * ò di arrenderiì all armi Aragonefi, che già l’aiìediauano 4 ò diio^gettarfi all’impero del Turco * ò pur a quello della República Veneta Auuerfo al primo * f empio il fecondo 5 fi attenne al terzo* e ne fpiegò lo Stendardo, Vernando leshibitione, eie preghiere in Monopoli à Luigi Loredano buca. Gouer-