LIBRO QVARTO. 7P quella volta, la fòprauennè improuifo. Stauail nemico tutto intento, & ordinato alTaiTedio, e non (emendo le diipofitioni, e le regole dell’ ordinanze, piantate fettina Città per attaccarla, à ben difènder fe ilei1 iè, venendo attaccate 5 meno coloro, aggrediti repentinamente, tro-uaronui si prefto nè pollo, nè vantaggio per bene riordinarli, e diften-derfiàdifefa. Il Doge , perfetto conoicitore, e pronto eiccutore delT vtile opportuno, non prefto loro tempo, nè fiato di reipirare,nè di volgere le naui alla pugna. Egli fi fcagliò con grand’impeto 5 fconuolfe i legni j fracafsò Tarmata j vccife, prefe, affogò quali tutta la gente, tolto, con eccidio generale de' Barbari, TaiÌedio à Zaffo, entrò nella, beri rafie' Città, riuerito da tutti i popoli per fuo liberatore 5 e prefagì à iè fteflò dl° • con lo fplendot mattutino di quel terzo Sole Venetiano in Soria, luci-diifimi progredì alle glorie. Il fine del Quarto Libro. DE’