LIBRO NONO. ip? in quefta giornata fòccombere $ e vi rimafero di tal maniera diftrutti $ che rare memorie fi conièruano d’vn fimigliante diiàftro^ Ventiquat-tro delle loro Galee furono da’ noftri acquiftate > Taltre, ò incendiate, ò iòmmeriè, tutte perirono 5 La quantità de'feriti, e de5 morti paisò di migliaia. Quella de’ prigioni fù di due mila cinquecento, e più, e il Capo Lanfranco Barbo, anche in quefto cimento godè, con poc'al-tri, fegnalata forte di fuggir faluo in vn fchifo. Infinitamente rallegrò Venetia, ed afflitte altretanto Genoua Pinfigne vittoria. Attriftoilene digran modo TImperatorPaleologo, perTamiftà, ed il proprio pericolo, quando Tintele. Sedendo iòura il Throno da lui empiamente viìirpato, rimprouerò fe fteiTo alla delinquente conicienza 5 e dubitando con Tordinario coftume di fortuna, che non baftaffe quel iòlo tra-uaglio per caftigar’i iuoi falli, e non fi credendo Vn’altra volta ficuro dentro rinchiuiò in Coftantinopoli, fi fcordò degli amici 5 perde nel timor di perderfi la memoria della poco dianzi riceuuta fallite da’ Genouefi , e per fòlo riguardo del fuo combattuto interef fé, aprì negotio à Venetia di tregua 5 efclufone ogn’altro, per più age-uolarla. Qiù diicuiia la materia, ricalcitrauafi molto à trattar con co- Tregua ri-lui, tutti auerfidi acconfentirlo, e riconofcerlo pofTeffore legittimo di quell'impero, ch'egli hauea, proditoriamente occupato, e di cui quefta Patria fe n'era trouata per gran tempo in gran parte Signora^. Ma confiderando i più fàggi, che non è debolezza Tadattarfi al bifò-gno 5 fianca la Republica da moleftie sì lunghe, ed atroci, poriè Torec-chio al trattato, e fofpefc Tarmi per anni cinque col Greco. Egli però concbiu/a pretefè di non hauer punto mancato all'obbligata iùa colleganza coir- Cinque! Genoua. Adduceua prima in difcolpa^ che deue in concorrenza d’ogn' altro preualer Tempre il proprio ièriugio 5 ed vfcendo poi dal termino generale, fi difendeua indiuidualmente, dicendo 5 che fè Genoua fauo-rito hauealo, anch’egli haueala generofamente retribuita con due ricchi doni, che le hauea fatto à ricambio > Tvno di Pera, bencheàCo-ilantinopoli cotanto vicina 5 l'altro dell'Ifola opulente di Scio nell’Arcipelago, c’hebbe ancor forte quella Republica di goder per grand’ annidapoi. Ma, nè la gran rotta, che tanto {concertò i Genouefi, nè la detta tregua conchiufa, che lafciogli follai trauaglio, heb-be forza di nulla diftorgli dalle già incominciate hoftilità. Armarono in quel Verno molte Galee 5 Luca Grimaldo, e Andrea Doria ne furo-noi Capi, e con anticipata vicita fco rièro nella Morea, e nella Grecia, à danneggiar le Riuiere. Capitò à Venetia Tauuifo de’ nuoui infiliti More«. nel tempo di vna grande inteftina tumultuatione per certa gittata gra-uezza, la quaTincontinente, col caftigo a3 delinquentifedata, allefti-ronfi ventinoue Galee 5 coniegnaronfi al Gouerno di Marco Gradeni-§°i & ei volò ne' mari Greci, per fiaccar di nuouole corna del perii-ìtente auuerfario. Teme fèmore colui, fia valorofo quanto fi voglia,, trarla. Bb quel