LIBRO VINTESIMOQVINTO. 577 tra efitàntipaffioni gli animi di queiti Padri. Occupata vn’Ifòlajfortif-fimo cardine in Leuante del loro Impero ; Circondata da vn’Armata, Afflitti0„e Turca di trecento gran vele; Calpeilata da vailo efèrcito dicen -¿veneti^ to cinquanta mila, e più combattenti tra terreilri, e marittimi ; pericoli. Attaccata, e cinta la Metropoli dalla (letta perfona del gran Signor’impegnato; Città, è vero, di duro ricinto, e di collante Prefidio; ma già diroccata di mura in gran parte da’ lunghi tiri ; diminuita de’difen-iorida’ferociaiTalti,ed accreiciutainanguilie, eindifagi dal tempo, perciò neceiTìtata di doner, fé non cederai nemico, mancar’à fe (leisa. Era difficile il (occorrerla da Venetia per tanto tramite di mare tèmpre incerto; DifficiliiTimo,che lo fàceffe TArmata,benche vicina,troppo impedita , e contrapoila dalla nemica, di gran lunga eccedente di legni, e militie colà d’intorno le tormétate muraglie. Eche potea deliberai ^ in vn male, che già difperaua tra l’impoilìbiltà de’ rimedij ? che non rimediato, era per communicar l’infettione à tutte l’altr’lfole delTArcipe-lago, & àgli Stati pofleduti nella Grecia contigua ? e che minacciarla di venir, ferpendo, à deuaftar’, e diftruggere lafteffa Italia? Fece ad ogni modo il Gouerno tutto ciò, che fugli permeilo. Decretò vn (libito armamento di molt’altre Galee 5 Caricolle d’appreilamenti, e mi- JiltrcGdcc litie, & à parte, à parte, come andauanii alleilendo, veriò Negropon- mandate ui, te ancor fi mandarono. Ma non intermetteuatra tantoMeemetdi ilringer Calcide con duro cuore; nè per morte d’huomini, fempre à lui creicenti; nè per aiTalti, che, fe ben dipinti, nulla mitigauano le confida¡^e Tue confidenze; nè per valor’oilinato degli aiTediati, sbigottiuafi pun- dl Meemet • ro;ficuro, (è non di vincere, diconilimar’allafine. In queilo mitèro (lato fi aggiunte a’poueri afflitti di dentro il tradimento, eTinganno, quafi, che non baftaiTe à (liperchiarli la forza. Lo maneggiò vn tal To- '* mtt0' maio Schiauone Capitano (lipendiato, huomo iniquo. Eshibì al Turco la Piazza con appuntato concerto , e fi era già co’l mezzo de’fuggi-tiui, e di lettere, attaccate a’Dardi volanti, tanto tirato il negotio binanti, che potea dirfi sù l’orlo. Lo iuellò à gran miracolo fanciulla* tèmplice; e faputolo primo Luigi Delfino, egli precipitò cotanto nell’ira, che nel punto ileiTo diè al traditore foura la publica Piazza^, con vn pugnale nel petto, quel (upplicio, che più tormentofo e più lun^o di vna celere morte colui meritaua. Reciiò il membro infetto, iànò in quella parte, ma reflò il Corpo di Calcide più, che mai trucida- di to, e tra interriti di gran martirio. Non poteuan più quegli oppreisi derelitti (offerir la guerra, e la fame; l’vna rodeua ; l’altra trafiggerla^ loro del pari le vifcere. Reiterate (lipplicheuoli ricerche mandauano GeneralCa-al General Venetiano, perche, già condottofi sù la bocca del Canale, mlc • vientraile, e rinuer(àndo,e diilruggendo il Ponte con empito > toglie f fe a nemici quel paffo, e in tal guiià, li coilringeife, ò à (foggiar dall af tèdio, e dall Ilòla, ò perfiilendoui, à rimanerui (òpra aiTediati, e à Dddd conuer- /