LIBRO VINTESIMO. _4fi ro prigioni nelle mani al nemico il General Tolentino, FOriìno, cj J’Eftenfe. Il Piccinino trionfato, c’hebbeintal guifa, ebatmto po- Collegati. icia Caflelfranco nel Bolognefe, à richieda de’ Caneduli, fenza effetto, laiciò in quei contorni fuo figlio con feicento Caualli 5 egli tornò in, Lombardia;mandòàMilanoipri"ioni ; equiui tè il Duca decapitar' Bjtorna itti il Tolentino in vendetta, perche di Ilio Capitano, gli fi foffe conuerti- fi^icacr£i0 to nemico. Cosìgraue rilcuatoinfortunio obligò iPadri à rimetterfi e ¡1 Tele*-di buone forze, benfeorgendo, che fe Filippo fiera dimoftrato per ^Zttàmi l’addietro fiero nelle perdite, tanto più farebbe flato nelle vittorie im- Uno. placabile, e pronto a rompere con la Republica feopertamente. Ri-putoifi dunque neceffario per primo prouedimento efpedir’à Rauen- mUìtic rena,in cui vera Signore Oilafio Polenta, molte barche di fòldatefcacon V-dueProueditori, Andrea Donato,eFrancefcoLoredano,fornitidibuo contante; Difpenfàronfi Patenti per nuoue leuate ; e’1 Melata, egli altri Capitani, ritiratili à Faenza, dopo la rotta, affaticaronfi à raccogliere i aiffipati frammenti. Poco tardò Filippo à verificar l’animo fuo deliberato a infranger’apertamente la pace, e contentoifi manifeftar-r 10 con proditoria ordita trama. Trouo à Trento, per anco vino, Mar-filio di Carrara, figlio di quelFrancefco, che, con gli altri condotto qui, fù fatto guidamente, e neceffariamente morire. Teneua ancor’ in Padoua il Carrarefe nelle memorie della Caia non eflinto del tutto 11 fuo nome. Velo auualorò, velo riaccefe Filippo, e tutto àvn tempo andò à colui preparando, e sfilando ne’ contorni del Polefine, men’ afliflc°F?ifp-oiTeruabilmente,cnemaipotc, molta militia in vn corpo. Gelofò, e fonar fili» prudente il Gouerno baflogli poco inditio à dubitarne. Prefidiò fùbi- dl c 'in 'nx‘ to Padoua nella più valida forma, e diflribuì guardie, & auuertenze à tutti i paifi, e luoghi, congetturati di paffaggio al Carrarefe già ipicca-to-daTrento. Con gl’indirizzari concerti poco tardò coflui àcompa- . rire ne’Monti chiamati li Sette Communi in habito finto, accompagnato da foli dieci Caualli. Fuuifubito riconofciuto, e preio 5 fù condotto di là per Vicenza, e per Padoua, ed arriuato in quella Città, come reo,nemico, e colto in flagranti, che sbandifee qualunque affetto clemente, pagò, decapitato, l’vltimo fio di fe fleffo, e degl’iniqui Au- Decapitato. tori. Altri,liquidatifuoicompliciinPadoua,daSilueflro Morofini, e puniti ai-& Andrea Mocenigo,reftaronui parimenti con varie pene di morti, e ¡7.complt' bandi Teucramente puniti 5 ed occorfo pur’allhora, che Vieimo, fu- rjeimoSca perdite della famiglia Scaligera, finiffe di morte naturale la vita, venne rT.r° mu°‘ à fopir in quel tempo per fempre ogni gelofò timore alla Republica^, e di Padoua, e di Verona. Co’l cafò di Marfilio flielata, e conuinra laj. prodition di Filippo, quìfidifeinfe, eruppe il velo d’ogni rifpet-to alla guerra, e in forma publica fi fabilì con Eugenio, eco’Fio-rentini la Lega. Si era Francefco Sforza trà tanto innalzato à gran po- e Fiorentini fio 5 diuenuto padrone per paterna heredità di Manfredonia, e Bene- Lll 2 % uento