7o8 DE' FATTI VENETI. idueProueditori al Senato con più precife notitie gli accaduti accidenti , & il merito iniìeme de' più valorofi diportatifi nelfatto d’armi, verfoi quali, egliheredide’morti, vsò la Republica delle fuefolito generofe maniere. Lodouico in tanto, che batteria Nouarra cojl gran premura 5 quand’ei vide l’efèrcito Veneto à feco vnirfi in fuffra-gio, dichiaroifiobligato,econfufò. Potea farlo da vero, rimproue-rato forfè dalla iinderefi per tanti mancamenti commeiìi, ò pur per poter meglio nuouameme ingannare,- e tanto procurò di darlo ad in-me confi Cendere, che ricercò il Gouernoà mandar’ appreiTo disè due Prouedi-'¿¡¡eri ni tori in qualità di Configlieri, per far veder’al mondo ( e così fi efprefse) LodZuf° comera rifoluto di reggerfi fempre con la Republica di vn dettame, e Sforma ditj> di vn’interefTe conforme j & andaronui Marco Georgio, e Benedetto lui ricerca- SannUtO, Giunto già in Adi con I efercito foprauanzato il Rè,fianco,ed abbat-stwco il pj tLlt:o aiiai dopo fétte giorni di penofo viaggio, quiui feppe l’aiTedio della Città di Nouarra, e poco dapoi peruenutogli auuifo della congiun-tione aU’efercito di Lodouico di tutte quefl’armi, ne pauentò grande-scriue ¿«j1116111-05 inforzò gli ordini in Francia perfollecitemiffionidimilitie, Francia per epercheintefe, chenellefèrcitocollegato, oltre alle Italiane, v’eran foccorfi. cj[eci mila Tedefehi, mandò negli Suizzeri, per asoldarne al tretanto 2? nc'sui'^- numero di cjuella natione, agguerrita niente meno di quella, e lolita Keri* di guerreggiar per la Francia. Prouaua in tanto il Rè difficoltà fpinofè nel penfàr,non che nel tentar d’introdurre alcun foccorfo nell’afTediata Città. Le flaua dentro il Duca d’Orliens con fette mila veterani fol-miarm, dati trà Francefi, e Suizzeri, non computatoui il Popolo j numero, Arcua dall’ che, sì come aiTaltato, potea valentemente difenderli : così aifèdiato, ar”tc C°lle' altretanto facea temere di molte anguflie. I Capitani dell’Efercito Collegato fi atteneuan per tanto al partito migliore, e; più facile. Abbandonato il penfiero à gli aiTalti, circuiuano la Città in tutti i lati* ha-ueano prefe le venute da Vercelli, e dagli altri luoghi communicanti» cd il Marchefe di Mantoua principalmente occupouui tutte le Terrò adiacenti. Non mancauaOrliensdi quando in quando di qualche. sortite fpef. fortita : ma potea ben’efla fèruir’all’armi di alcun decoro, non alla Cit-fc• tà di alimento. Veniuan’anco i iortiri ributtati tal’hora con grauo spuliate. danno. Bernardo Contarmi co’fuoi Cauai leggieri, e ripulfauagli vfeiti, e fermaua gli altri, che arrifchiaua tal volta furtiuarnente di entrami . Più anfiolo il Rè, più che gl'impedimenti, e le neceffità di No-rà ilfj d'- uarra crefceano, variò ilfoggiorno d’Afli in quel di Turino, per più vi“ unom TU' c*no trouaruifi > e più facilmente tentarne i foccorfi. Quella Città, già membro del Ducato di Milano, hauea dianzi Filippo Maria Visconti donata al Prencipe di Sauoia, e vi flantiaua Ja Duchefla in quel tempo, introduce_> come tutrice del Duca pupillo, fuo figlio. Superolla il Rè à pernoet-mn!S tergli d’introdurre in Vercelli, fìtuatonel mezzo di Afti, e Turino delle