031 MDXXXII, SETTEMBRE. M2 zorno, vene In guardia di In ci l là che si (iene fora a la scoria, notificando la vista di I’ armala cesarea comparsa sopra lo Capo di Sanla Maria. Inteso questo, per voler suplir al bisogno, immediate con altri montai a cavallo, andai in ditta guardia per vedere la verità. Visio lo eiiello, subito ritornai per mandare una barca armala al durissimo zeneral. Ritornalo, trovai che era stù inlerleuulo ogni sorte di navili o barche per lo capitanio di la città, a tanto che non potè suplir a lo desiderio mio e come saria sialo de lo illustrissimo zeneral. A le bore 18 in zerca arrivò Ire galle sopra la ponto Pnnliguarda, el alle ore 22 arrivò lo illustrissimo principe messer Andrea Doria capitanio di Soa Cesarea Maestà con 36 galle, che fanno colle tre, 39, tra fusle cerio era harze 39 el gaiioni 2 el cu-rachie 5, che sono in tulio ira bnrze, nave, galioni e carachie 44. Vero che penso in questo numero era due di vini cargà in Sicilia. Io non ho numera le nave, io ho ben numerale le galle a In so riva fo 36'. Messer Andrea Doria subito smontò in terra, forno a la sua visilalion. lo andai con li capela-nei di le fantarle per essermi amici li fanti stavano ne la città. Da poi le salutatici) mi dimandò di l’armada di Vostra Serenità e Serenissima Signoria, perchè li soi li parlò avanti con dir ch’io era qui in la città, e feva le cose di veneti. Subito mi disse: Saresti vui messer Rocco? lo subito lizi la risposta, mi messe la sua mano a la mia et mi tirò da. una banda ; volse io li dicesse qualche nova, perchè mi disse: Messer Rocco, io ho abulo la lettera vostra con li avisi aveli scrii lo al signor Alur-cone. Con, farmi molte careze et proferle. lo li dissi locchè mi parse aH’onof ili Vostra Serenità et Serenissima Signoria, che lo ilarissimo zeneral stava con bono animo come mi era riferido da li soraco-miti di le galle erano stati qui, el mi repl cò si andarla a bono gioco; con dir che mai ha possuto aver avlso et che l’avea scritto a Vostra Serenità, et che Vostra Serenità non gli avea risposto con lettene, excello P orator suo lo che Vostra Serenità li havea ditto. Io li dissi li molli rispetti che importa a scriver el che le ledere del durissimo zeneral che importava ne li dì passati fu presa una barca armata con ledere del zqnenal che le mandava a Voslra Serenità da le fusle di lq Va-lona, sichè, per molle razon, la prima per honor et servicio di Dio, per esser persona di optima con-dition eie., ut in litterk. La Domenica sera havi iq caxa zenlilomenl amici e patroni di le galle del papa, disseuo l’armata è fornita per otto mexi, ha suso 4000 archibusicri il resto al numero IO In Il mila, el ditta armala è potente et benissimo in ordine, ha biscoti per 10 mexi. Et che la tardità stala in Messina 15 giorni è sia percausa del viceré. Il capitanio Alareon parli per Nnpoli su questa armada et do fìoli o nipoti del dispoli de la Morea, è assai albanesi, molto favoriti, e su Tarmarla è molli subditi di Vostra Serenità, tra li qual uno (rol fo di messer Jacomo o Marcantonio Venier nevodo di messer Mallo ; li ho parlà eie. Lo galie si parli la domenica di notte a bore 7, e ludo il Inni si videro etc., ut in litieris. Di Otranto, di sier Zuan Do!fin, fo di sier Lorenzo, di 3 Septembrio. Li scrive lliromiiio Tesla, Tarmala Cesarea de qui gionse al primo de T instante col signor Andrea Doria con galie 39 et fusle benissimo in ordine Ira nave et carachie numero 40, la qual armata porta fanlarin Ira spagnoli et italiana 10 milia, bellissima genie, (ornila di ogni sorte de munition et de vituarie per mexi 6, qual armala parli de qui, a li do per andar a trovar Tarmala turchosca, el scontrandola haverauo indubitata viloria. Avisi di Manloa da Casal, dì 6, al signor duca di Manica. A la "ionia mia qua trovai esser occorso certo tumulto de arme in Turino el giorno che la duchessa fece la mirata in dita lera, però se diceva in lauti modi variati, che non dedi altra notilia a voslra signoria, el ancor che sin bora no« se intende se non variamente, non nestarò dirli, che hessendo la duchessa ne la chiesi» el acompagna la da molti nobeli che T haveano incontrala, naque parole tra el flol che fu dii bastardo di Savoia, già Gran mai-slro de Franz;», et uno missier de Musino et missicr de Scatembio cupi de parte gibellina et imperiale et l’altro dii bastardo capo di guelfi et parte francese el poseno mano a le arme in chiesia, el tuta la lera si puose in arme, infuori el conle di Tenda flol dii bastardo. La duchessa se retiró el il Immillo cessalo, essendone però feriti alcuni, et conduse 368* Scateni brio d quello de Masino seco in cuslelo. azjò non fossero amazali, et poi li fece partir per la via dii castello, et il conte di Tenda si parli couducen-dosi dal marchese di SnluzO) et dicesi che è andato in Franzo in posta. Avisato il duca che era olirà monte, è venuto in Turino et travaglia aziò se fazi la pace, et per esser materia troppo grande, per conseguente è pericolosa, di qual è scandolo per esser