119 MCCCCCIU, OTTOBRE. 120 tino per la roclm in la lem, e lato gran tajata, e il signor Pandolfo Malatesta è Aizito a Pexaro ; et mandono la letera dii prefato podestà. Di Zervia, di sier Faustin Barbo podestà, di primo, a la Signoria nostra. In consonantia. E dice'che fino Cesena sarà dii ducha, qual è capo de questa Romagna, e de facili poi far fanti e soco-re li altri lochi, mai sarà altro etc. Questo podestà è amalato, eri rifudoe, et fu falò in loco suo sier Zuan Duodo qu. sier Lunardo. È da saper li reetori di Ravena scriveno, che il signor di Rimano li avisò di le zelile preparate e li di mandono aiuto. Di Alemagna, di sier Alvixe Mozenigo orator nostro, date a Yspruch, più lettere, videlicet 24, 25, 26, 27 et 28. Il sumario di tulle è questo : come l’archidueha, fiol dii serenissimo re, è lì e partirà questa altra seplimana. Item, alcuni consieri, a requisition di Franza, solieitava il re a mandar oratori prò pace tractanda fra Franza e Spagna. E l’orator yspano solicita si mandi oratori a la Signoria nostra per trater nova liga e intelligentia con esso re, li reali di Spagna, il re d’lngaltera, la Signoria nostra e l’archidueha. Questo fa per dar reputatone, tamen l’archidueha non voi esser contra Franza, perchè spera aver ajuto, quando li reali morise-no, in otenir almeno la Castiglia, eh’ è di la dona. Item, il re voi tuor l’impresa contra il ducha di Geldcr. Item, è andato con l’archidueha a visitar la serenissima raina fuori. A di 2G fo falò le seconde exequie al marchese Ilermes fradelo di la raina, novitpr defuncto. Vi fu il re e l’archidueha con tutte do corte, ne le qual erano molti signori tulli vestili di negro, etiam la serenissima regina con 42 donne tulle veslile di negro. Fu fatto solenne exequie; sichè in exilio e in morte, à auto più honor che si fusse stalo in Milano. Item, per lettere di 14 e 15, di Roma, come il papa non si faria impressa, e credendo saria sisma, il re à terminato, il reverendissimo Cardinal brixinense, eh’ è li a la corte, si parti per Roma. Verà a Venecia ; prega la Signoria sia preparato barche per Ancona. E in quello l’orator voleva di zio scriver, vene domino Agustin Semenza secretario regio a dirli esser lettere di 22 di Roma, di pre’ Lucha, avisa la election di papa dii Cardinal senese canonice, qual è molto amico di questo serenissimo re, e perhò il Cardinal non si CI partirla, e lui orator si alegrò di la electione dii papa, e che la scisma in la Chi sia di Dio non era sequita. El re disse saria bon pastor, e lutto suo, e che suo barba Pio era stà exaitato per suo padre Federico imperador, perchè fu suo canzelier etc. Item, li disse il re aver inteso la Signoria feva cavalchar zente a Ravena, per aver el dominio di quelle terre dii ducha Valentino. E I’ orator disse non saper, ma credeva quelli capitani inzuriati nostri, maxime il capitanio di le fanterie, fusseno andati per veder di vendicarsi di le inzurie etc. ; sichè ’l re rimase sa-tislato. Conclude, voi mal a Franza, licet da la victo-ria che seguisse dipenderia il tutto. E il re voi ben a la raina, e l’à dimostrà in queste exequie. E andato a la-caza el parlando col re, li disse esser morto uno falcon chiamato il bon candioto, quasi ce-gnando voria la Signoria ge ne mandasse. Et il dotor Hercolao secretario, disse aver mandato li soi in Candia a tuorne, non ne poi aver per esser tutti li falconi tolti per la Signoria per mandar a donar al re di Franza, dicendo etiam il re di romani è amico di la Signoria. Item, si aspela il ducha Alberto di Baviera, che forsi farà ritardar la partita di l’archidueha. L’ orator yspano li ha ditto, il re li doneria polvere per ducati 1500 per mandar in reame, dummodo la Signoria la lassasse passar. El qual orator lo chareza e honora assai ; et à lettere di domino Lorentio Sua-res, orator existente qui di le catholice alteze. Item, si parli domino Francesco Sen capo di 500 fanti, vanno verso Trieste per andar in reame. Item, esso orator ha otenuto da l’archidueha siano levate le ripresaje fate per il conte di Naxo a la nation nostra in favor di Moreli, et à rimesso sia .cognos-suto di justicia a Venecia. Et esso orator à usalo il mezo di domino Creticho, qual à poder con l’archi-duclia, et licet habi ducali 400 a l’anno e doni e la gratia, tamen voria repatriar. Et maxime, hessendo vachado la lectura ordinaria in piiilosophia a Padoa; el chiama Padoa e Venetia soa patria. Item, dii levar di la represaja, à scrito a Bruza a domino-Al-berto Contarmi consolo nostro etc. Et leto dilte lettere, fo ordinalo in Colegio mandar etiam al re di romani a donar falconi, come si fa al re di Franza, per tenerselo benivolo, et di Cretico esser più presto contenti resti con l’archidueha, poi è tanto nostro. Da poi disnar, fo Pregadi. Fu posto per i con-sieri, che sier Francesco Morexini dotor, cavalier, electo orator in Franza, possi venir in Pregadi non melando balota lino el vadi a la legalione ; e fu presa. Fu posto, per imi ai ordeni d’acordo, scriver una lettera a sier Hironimo Contarmi proveditor di l’armada, mandarli la copia de la lettera ne scrive la comunità di Ragusi e la querela contra sier Iliro-uimo Zorzi o sopracomito, e con il Senato ordi-