243 MDXXXII, MAGGIO. 244 sco (la Porlo, il conte Bonifacio di Sambonifacio, il conte Manfrè da Cottalto, domino Nicolò di Pii, domino Cesare Podacataro et Benelo Atnbrusani et altri ; et fanno grandissime procure. Da poi disnar fo Gran Conseio, non fu il Serenissimo, nè vene sier Polo Donado consier più ve-chio, vicedoxe sier Gasparo Malipiero e tulli 5 consieri, in zambellolo sier Jacomo da Canal avo-gador, sier Alvise Bon et sier Maltio Vitluri etiam in zambelolo, et fatto 11 voxe. Fo strida il primo Gran Conseio podestà a Verona in luogo di sier Marco Loredan, a chi Dio perdoni, el qual poi fè l’inlrada si amalo, nè più è ussito di caxa, et morite a dì 19, hore 18. In questo zorno a Lio fu fatto la mostra di 250 fanti va a Corlu con il capitanio Babon di Naldo, et a farla fu.............. Et noia. Questa malina andando il Serenissimo in li piali a San Job, dilli fanti col capilanio avanti in ordinanza veneno contra per la fondamenta da cha' Tomasini et andono di longo a San Marco per piaza, poi a Lio. Di Mantoa fo avisi per via del duca al suo ora-tor, con avisi di Zenoa qual li mandò al Serenissimo, sicome ho dito di sopra, pregando fosse chi li manda tenuti molto secreti et saranno qui avanti. Da Roma, dii Venier orator, di 15 mazo, ricevute a dì 19 ditto. Eri sera fu lettere per via di questi cesarei da Corfù, drizale a la Signoria nostra, per il che ha expedito Piero Raspa cor-rier, mò terzo zorno il Papa mandò per me, dicendo questi oratori cesarei considerato le cose, temeno che il re Cristianissimo non fazi qualche perturbation a le cose de Italia, et che a questo era di aver qualche pensier, lanieri, che’l credeva quella Maestà non facesse lai operation in questi tempi, pur disse è bon considerar quel si potrà far. Le 6 galie del baron Sanblancart p irtirono da Marseia per venir a Monaco, ma reslorono in quelli porti vicini per aver visto le galie del Doria, et questo quando quel Signor di Monaco morite. Etiam è venuto Francesco monsignor in Salucia et fata la permutatoli con il Dollin, pertanto saria bon la Signoria aricordasse il parer suo. Esso ora-lor rispose la illustrissima Signoria desidera la quiete de Italia et il beneficio di Soa Santità et questa Santa Sede; disse il Papa, non li dicemo conira il Turco, el disse l’animo mio è sta sempre disposto di gratificar quell’ illustrissimo Dominio, ne le mane dii qual è il dar modo di far simel ef- fecti. Et che havia lettere dii 23 dii passalo da la Corte dii re Cristianissimo del ritorno di domino Hironimo Laschi al re Zuanne ben salisfalo et contento dal re. Et disse il suo orator qui ha parlato con Zuan Paulo da Cere et altri capi di guerra che modo hariano a far fantarie, dicendo a questo vo-lemo far qualche provision. Questi oratori cesarei mi ha parlato in conformità dicendo che 1’ orator è qui in Venefia di questo me parleria, etc. Ozi è zonto in posta monsignor de Villers, venuto a nome del re Cristianissimo, partì da la Corte a dì 28 del passato, ha dito al Pontefice, hessendo venuto da quella Maestà monsignor Balanson per nome di Cesare per dimandarli aiuto contra dii Turco, disse quando Soa Maestà sarà rizercà da Soa Santità, era per venir con 50 milia fanti et 3000 lanze in persona et mandar l’armata sua sì de le 16 galie ha in esser, come di nave et barze, et che presto haria quattro altre galie che ora fa far. La qual cosa il Papa li piace et stima mollo tal oblalion. L’orator del re Cristianissimo, è qui, parlando con mi aferma il suo re non aspirar con arme mover guerra in Italia, et voi star nel suo regno in quiete et riposo et recuperar bona summa di danari, et deva ordine a le cose del regno. Da Corfù del rezimento et dii Proveditor di V armada, venute per via dì Roma. Saranno scritte qui avanti. Di Franza di sier Zuan Antonio Venier orator, date a Baiosa a dì 15 aprii, ricevute a dì 19 mazo. A li 8 di questo ricevetti lettere di 8 marzo per via di Roma zerca l’imprestedo tolto al clero etc., et fono lettere di 21 di Roma nel reverendo nuntio pontifìcio, el fo divulgata per questa terra la indignation del papa contra la Signoria nostra per questo. Il re Cristianissimo era a la caza a li 10, tornò, et a li 11 fo da Soa Maestà et li comunicò questo impresiedo lollo. Soa Maestà disse, per mia fede la Signoria non ha fallo male, perchè 1’ ha bisogno di proveder al suo stato eoa beneficio de cristiani, e se il Papa non volesse come faressemo noi? Disse havia parlà al suo nunlio, dicendoli che il Papa se ingana che l’avea 70 galie appresso 60 di la Signoria, et li ha dito questo non è vero, la Signoria confina fin in Cipro col Turco, ma quando cristiani fosseno lutti uniti, si faria assà cosse, et volessemo andar in compagnia, in questo caso saria di opinion la Signoria concoresse con 11 altri, ma non già a questi tempi né in questo modo. Il Papa se inganna di le so provision. Intendo Barbarossa ha fusle 60, galie 23, et galeole, voi