567 MDXXXII, LLTOLIO. E68 expedi li beneficii fo dii reverendissimo Colono, 10 episcopato di Monreal in Sicilia dà intrada 13 in 14 mitia ducati al reverendissimo Medici, con la pension di ducati 3000 in zerca, et erosele 1000 che pagava al reverendissima Compegio legato e à dato lo episcopato di Oscha, leniva esso Campegio con dita pension, al reverendissimo Doria, el qual di Maioricha ha dato al Campegio de intrada ducali 4000, era di dito Colona, il qual Campegio ha renontià Oscha, li dà ducali 2500, al reverendissimo Doria, e il Doria ha renontià il vescoà di Lena al reverendissimo di Trento, et cussi tulli è co-modadi. Ha falò viceré di Napoli il marchese di Villafranca persona eh’ è carico di molla famegia, 11 qual non è lutto grato alli regnicoli. Lo visiterò e li parlerò zirca il mantenir di nostri privilegi'!. Eri introno in quesla citlà li fanti de Ulma numero 330, i qualal’hora inslessa se imbarcorono per Viena. Diman si aspetta li cavalli vien di Fiandra. La Dieta di Nurimberg, si mormora, saranno permessi a viver a suo modo usque ad futurum con-cilium et conlribuirano al soccorso. Item, manda una compartition di le viluarie per lo exercito, mollo bella, la copia sarà qui avanti, e una lettera che quelli signori di la dieta manda in Hongaria, la qual è quesla : Exemplum litterarum elee fòrum principimi ac statuititi Sacri Romani Imperli ad subditos et incolas regni Hongariae. Sacratissima Caesarea Maiestas: dominus nosier gratiosissimus vobis in his comiliis imperia-libüs fide digne indicari fecit quod crudelissima et perpetuus christianae fidei noslrae hoslis lur-carum tyratinus propria persona maximo exerci-tu in expeditione sit regnum Hongariae ac ger-manioam nationem potenti manu invasurus eidem-que damna irrecuperabilia illalurus; propterea memorala Caesarea Maieslas in honorem Dei omnipotent et bonttm cornunis chrislianilalis tyranno huic resistere statuii. Eamobrem comunes imperii status ac germanicam nalionem procopiis auxiliaribus requisivi! ac petiit quas copias eliam slatus suae Caesareae Maieslali ea qua decebat oboedientia in bonum el consolationem comunis chrislianilalis el vestram dare condixerunt; propterea ul lales copiae quatn primum expedianlur, Sua Maiestas quolidie 225* in labore est, nihil dubitans quin vos lamquam boni el probi ehristiani ac honesli slatus a Santa Christiana fide nostra non separabimini neque a (ide abduci quoque modo passuri silis, sed operam da-turi ut tureafe more maiorum vestroruni et que-madmodum vos saepius anle fecislis consolatorie resistalis quernadmodum id ipsum Deo omnipo-tenti Sanctae christianae fidei, patriae ac vobis ipsis facere tenemini liaec vobis nolum tacere breviter voluimifs. Ratisbonae die 20 Junii 1532. Da Constantinopoìi di sier Piero Zen ora-tor et vicebayìo, di 10 Zugno ricevute adì 17 Luio. Scrive: Parlai eri con uno, qual fu rizercà andar per peola di l’armala, dii viazo faria l’armala, el qual negò di andarvi dicendo noi) era pratico in quelle bande da parie del Sasno in là. Dice sono siati in parlamento et lui non voi andar conira la sua fede, e li dimandò di Fiume e di una aqua, over fiumara per la qual vien condutto legnami assai o navilii grossi, li capise e va lino a Viena over li propinquo a pochi mia, et pensano meter l’armala o parie li et ivi invernar, et è via-gio breve: in 7 giorni uno pedone va di Fiume a Viena con some. Dicendo l’armada saria di grandissima reputatone e favor a l’impresa conira Viena, e dice che uno rays andato su l’armada li dimandò qual è quella aqua apresso Veniexia dove questi pensano far intrar l’armata e de li si va a Viena, el li disse voleno far a la boca do castelli uno per banda per star più securi et lui li rispose non saper qual la sia. Di l’armata di l’imperator dissero saria 60 fin 70 galie al più e barze, e non hanno temenza perchè gionta sarà l’armata verso Cao Malapan an-darà sempre accostandosi a terra via, et cusì le pro-venze non li nozerano perchè sempre sarano con le puppe a terra et vsrso i lochi loro fino a Fiume. E questa sua armada si confidano liaver bone ar-lellarie e bon numero di bombarde. Scrive eri tornò il mio messo qual disse apresentò il comandamento al capitamo di l’armala, qual se lo messe su la lesta dicendoli le cose di la Signoria saia resguardalc come quelle del Gran signor. Dice che a Gallpoli ha numerà galie 86, fusle 40, e cadauna galia havia uno bregantin, di li qual fin bora nulla è sla ditto, et da 6 in 8 fusle per intrar in fiumare, l’é zeppo di 1’ arsenal. Mi disse di uno certo fiume giornate 7 lontano da Viena, et dice in Galipoli si diceva la armata il dì dillo 1’ havia vista ussir di Slreto. Dii ditto di 18, ricevute a dì sopraditto. Come parlò con Mamulh Celebi deferder dove va