mdxxxiì, qual si dà grnn titoli et il comandamento dii Signor al bassà. Fu posto, per li Savi dii Conseio et Terra ferma la risposta da esser fata al dito nonlio dii conte Piero, ben posta per Nicolò Sagudino secrelario : come in questo non se volemo impuzar, hessendo in pace con la Cesarea Maestà, el serenissimo re di Romani et eon lo illustrissimo Signor turco, et quanto a vituarie non si deveda a niun. El di la lettera intercepta non savemo alcuna cosa, et ne digi chi è sta, che li daremo castigo ; con altre parole eie. Item, una lettera a sier Lunario JBolani conte a Spalato, in risposta di soe, non se inge-rissa, ma permetti vadi per il territorio viluarie in Glissa, come da lui, ma non per la terra, nè lolle da li lochi nostri. Item, una lettera a sier Piero Zen a Con-stantinopoli, con avisarli questo successo et non se volomo impazar per la paxe havemo con Cesare et re di Romani et con quel Gran Signor, però essendo scrito a quela excelsa Porta per Nicolò Que-rini possi risponder et dir, et li mandemo le copie ete. Le qual tre letere fo balotà a una a una, et ave : 3, 4 et 5 di no solamente. La prima risposta ave : 167, 3, 6. Et in le do ultime letere messe etiam li Savi ai Ordeni. Fu posto, per li Savi tulli, hessendo slà preso in le IO galie armar una a Curzola, dove per la peste non li è resta in tutta l’ixola 350 homeni, però sia revocà tal deliberation, et in loco di Curzola se armi un’ altra galla in Caodislria. Ave : 152, 1,1. Fu posto, per li ditti, la parte de expedir sier Zuan Moro, va proveditor zeneral a Corfù, senza altra balolation di Colegio, zoè darli ducali 480 per paga di 4 mexi a ducati 120 al mexe di danari di le presenti occorentie, et al suo secrelario in don ducali 30, iusta el solito. Ave: 116, 30, 4. Presa. In la qual parte non fu sier Gabriel Moro el cava-lier, et non era in Pregadi sier Lorenzo Loredan procuralor. Fu posto, per lutti, hessendo hozi reballà una nave venula di Gaela con fomenti a li Forni sia dà libertà al Colegio de acomodar el patron di quel li bisognerà de 1’ Arsenal, havendo instato l’orator cesareo, depositando prima in contadi, iusta la leze, per il mendo etc. Ave : 159, 1, 1. Fu posto, per li Consieri, Cai di XL et Savi. Et nota. Ditto sier Nicolò Parula era Cao et se levò. Cum sit che dito sier Nicolò Parula sia cre-ditor di la Signoria nostra fin dii 1505 de una bo- magcio. 206 leta dii suo servito camerlengo el castelan a Spalalo, che si pagava n Brexa di lire . . . . , pertanto sia scritto a li reclori de Brexa el ditto sia sali-sfacto. Di sier Francesco Pasqualigo proveditor 78 de V armada, date in galla al Sasno, a dì 25 aprii, ricevute a dì 9 mazo. Come a dì 14 si levò da Corfù, et a dì 16 zonsi qui et scrissi al san-zaco di la Valona la causa dii mio venir per custodir li navili subditi dii Gran signor et nostri. Mi rispose ringraliava, et dovesse guardar queste aque et che 1’ havia armate 4 fuste per guardar i lochi circumvicini el scalesie dii Gran signor, et poslo suxo uno capilanio venuto da la Porla, homo di Aias bassà, però, trovandolo, li dagi favor, qual ha ordine non tocar homo nissuno subdito nostro et far da boni amici, et trovando fazi, altramente li darà el castigo, el per uno ducalo di danno fatto darà 10. È venuto in la barca portòste letere un mercadanle veneto, stato a la Valona za mexi 10, nominato Michelin Chalusino, referisse l’armata us-sirà di Constanlinopoli falò il ramadan, che è la luna di mazo, da vele zerca 150, et venirà qui in Golfo, et dice che i sanzachi, spachi et altri soldati tutti cavalcavano a la Porla, per far la massa in Sofia. Di Corfù, di sier Zuan Alvise Soranzo bai- lo et capitanio et Consierit di 19 aprii, ricevute a dì mazo. Come se continua de li a conzar le do galie, qual è malissimo conditionale, però si mandi danari. Scriveno in questo zorno è venula una barca di Santa Maura con letere di uno Francesco Cecalo da Curzola, patron di nave, per le qual avisa come hanno nolizà la soa nave per cargar uva passa al Zante et vini in Candia per Ponente, di raXon di missier Nicolò Bragadin et missier Alvise Sagredo, et se partì da Curzola a dì 5 di questo, et a dì 11 di notte, con vento prospero, credendo il peota condurli in porlo di la Zefalonia, deteno in terra su P ixola di Santa Maura, el se da Turchi non fusseno slà presi, dice haria tratta la nave. Tutti è slà presi, tolto le robe, et squartato la nave, ha palido danno per esser zonla una fortuna de garbin, sichè è poca speranza di recuperarla. Richiede si scrivi a quel Cadì la nave esser nostra, et non di persone di mal afar, pertanto hanno expedito una barca con letere. È venuto qui uno gripeto dì la Zefalonia, dice terza note in carmi di Viscardo vene do galie et dimandato chi era bavea cargà formazi a la Zefalonia, et come nostro subdito lo licentiono ;