« 357 Dii ditto orator, di 15, hore 3 di note. Come era stato da lui el reverendo episcopo tiburtino, era legato qui, dicendo il papa lo rimandava iterum legato a la Signoria nostra, e partiria fin 8 zorni, et che era servitor di la Signoria. Et è sta contento acetar, perchè cussi come a tempo di papa Alexandro tractava materie di mala sorta, cussi a tempo di questo, eh’ è tutto di la Signoria, sperava tratar cosse bone. L’ orator li rispose la Signoria lo ve-deria volentieri. Item, il papa ozi ha expedilo li oratori di Cesena e ditoli voi sia di la Chiesia, perchè dicti oratori veneno a dimandar si doveano esser soto Valentino, perchè volendo si dariapo a la Signoria nostra. Item, il papa disse a l’orator nostro, che, hessendo morto domino Zuan Zoroba-bel era arzivescovo di Zara, volentieri la daria a uno suo famigliar domino Alovsio Cypicho, eh’è episcopo di Famagosta; tutavia voria fusse in piacer di la Signoria. Item, il Cardinal reginense manda una lettera a la Signoria, qual prega li dagi il possesso di le do abalie etc., qual è stà zà dato per Pregadi. Etiam il papa scrisse uno breve a la Signoria sopra di questo, et perchè zà tal materia è stà expedita, dii breve non dirò altro. Di Zuan Piero Stella secretario, date a Chai, a dì 17. Come il ducha parti et domino Federico di Campo Fregoso rimasto al governo dii stalo, à solicitalo 1’ expedir li fanti manchano; et che quelli fanti è mal armadi. Item, che uno capo nominato domino Martino dii Bongo cavalier, contestabile, qual con fanti è stà quello (à) ajutà li signori di Rimano e Pexaro (ad) aver li soi siali, veria volentieri a stipendio di la Signoria nostra con 600 fanti boni per il bisogno di le cosse di Faenza ; però la Signoria comandi. Di Zervia, dii podestà, di 18. Come bisogna proveder de custodia al Porto Cesenaticho. Item, lauda sier Vicenzo Valier,' qual ancora è lì, di solici-tudine etc. Di sier Vicenzo Valier, date a Zervia, do lettere, una di 18, V altra di 19. Come spazò uno messo a domino Obizo a Rimano, qual lo trovò in caxa di uno citadin da Montefior che scriveva li de le lettere. El qual Obizo se le messe in ma-nega e lo licentiò, dicendo manderia per suo messo 166 la risposta. Dii ditto, di 19. Come era zonto li la barcha che conduse a Rimano domino Obizo. Referisse li vene contra el signor Carlo, e parlato insieme, con grande alegreza introno in la rocha;-sichè lui sta aspetar e dii tuto aviserà. 358 Di Bavena, di 19. Come hanno ricevuto la comission di sier Domenego Malipiero. Le à mandà con le lettere a Zervia, over vadi a Rimano a darle. Item, manda una lettera per le cosse di Fan va a quel medico ; e qui fo aperta e visto alcuni amici li scrivea sub enigma, bisognava zente volendo quella terra. Di sier Zuan Maria Mudazo capitanio di la riviera di la Marcha, al qual per Colegio fo scrito andasse col proveditor Malipiero a Rimano. Risponde haver ricevuto l’ordine et exe^ quirà il tutto. Di campo, de li proveditori, date a la Obser-vantia, a dì 19, hore 17. Come erano ritornati li 3 oratori faventini, e ditoli haver operato con li 16 e tutto il Consejo e ciladini e popolo che voleno darsi a la Signoria nostra, tenendo per fermo la Signoria provederà a quelli signori Manfredi. E che si dovesseno levar le offese; e dimandono uno salvoconduto per 8 oratori venirano a capitular. Essi proveditori li acceptono aliegramcnte et li feno il salvoconduto e hanno levato le offese ; sichè quella terra si poi dir aula, et sperano di oblenir di mejo. Item, quelli di la terra hanno mandato fuori di la terra tutte le zente forestiere, si da pie’ come da cavalo, et hanno voluto essi proveditori li provedi non siano svalisati. De li ditti, date ivi a dì 17, hore 8 di note. Come, da poi manzar, veneno da loro 8 oratori fa-ventini con do module de capitoli, una per el signor Francescheto e Astor di Manfredi, l’altra per la comunità e populo. E sono stati tuto ozi su ditti capitoli per avantazar le cosse di la Signoria nostra, e tandem li hanno concluso ; quali, per esser l’hora tarda, non li hanno mandati, ma li manderano perle prime lettere. Et hano messo hordine, col nome di missier Jesu Cristo e di l’evanzelista missier San Marco protetor nostro, doman a hore 15, eh’ è domenega, far P intrata in la terra, e farano zurar fi-deltà. Et di ogni successo darà aviso per sue lettere. 166 * In questo Pregadi, letto le lettere, el principe si levò persuadendo che più non si andasse oltra, ma bastasse aver auto Faenza, acciò il papa et altri non habbi a mal. Fo posto per il principe, consieri, cai di 40, savj dii Consejo, savj di terra ferma e savj ai ordeni, scriver a li proveditori nostri in Faenza come ha-veamo ricevuto sue lettere, et li laudavamo aver auta la terra a pali ; et che li scrivemo con il Senato non toy altra impresa senza licenlia nostra, excepto il territorio di Faenza. Or ditta lettera fo mollo incon- MCCCCCIll, NOVEMBRE.