31 MDXXXir riissimo etiam lui venisse in Italia quello voria far Soa Maestà. A le qual proposilion Cesare li rispose voler star in Germania per difender li soi stadi et dii fratello, e se il re di Pranza facesse alcuna rno-vesta in Italia, li faria guerra grandissima da ogni parte, il che non credeva volesse venir. Et disse se ben el perdeva el regno de Napoli o altro stado, recupererà tutto facendo in la Pranza tal guerra cbe'l se pentirà. El dimandatoli se’l voleva parlar col pontefice, rispose de si, ma ebe voria con questo non si parlasse di stado di alcun, et che Soa Santità zerchava intertenir sguizari l’ave mollo a caro e piaceva a Soa Maestà il mandar in sguizari di quel Stefano de Insula, el si legni la pratica. Di Angìia, di V orator Capello, di 21 marzo, drizate pur a li Cai di X. Come ha inteso di quanto scrisse per sue di 20 fevrer di una liga si trattava di far : Pranza, questa Maestà, luteriani et il re Zuane contra l’imperalor e il re dì Romani, e nel Conseio secreto di questa Maestà quando vene quell’Andrea Corsini nontio del re Zuane, perchè l’imperador li voleva dar madama Maria per moglie al prefato re Zuane, questi li voi dar questa principessa per averlo dalla soa parte. El duca di Saxonia ha mandalo uno suo baron grando al Turco et di questo prega sia tenuto secreto. Scrive non poi saper più di quello li diceva, per le querelle non voi esser con lui. Questi non voleno la grandeza de l’iniperalor. Questo parlamento a dì 15 del presente mexe si redusse per trattar la materia del divortio, el il vescovo di Con-turbary parlò contra questa Maestà con gran indi-gnation di quella, qual lì usoe parole brutte, dicendo se’l non varda a la cosa, faria che’l se penti-ria di aver parlato quello ha parlato contra de lui. Da Costantinopoli dii Zen orator et vice-bailo, di 4 marzo, drizate a li Cai di X. Come hessendo in la sua sala con lui Janus bei, et parlando insieme, zonse Montemerlo secretano dii reverendissimo Grimani patriarca di Aquileia, et mi dete una lettera. El qual vien di Roma, et disse il suo patron aver dillo al papa il tutto, et che l’era disposto a la pace, unde Janus bei si partì e andò da Imbrain, et mandò a dimandar la lettera se T era trala di zifra. Et lui orator ne fece far un’ altra per la quale exaltava il Signor et Imbrain, et ge la mandò. Gli piacele assai. Portò etiam una lettera al Grilli, e lo trovò al Ponte Picolo e andò a Sinilrea. Il qual scrive aver ditto Grimani spazà questo Monlemerlo perché se in- aprile. 52 dusii, e fa a la spagnuola per meler tempo de mezo, usando le longeze de spagnoli. La qual lettera del Grilli la man lò a Imbrain, e Imbraim la mandò a moslrar a esso orator Zen. Di Roma del patriarca Grimani, di 9 aprii, a li Cai di X. Come torna Monlemerlo a Costantinopoli, et scrive quello ha fatto col papa al reverendo Griti, e, venendo in camin, ha visto esser in ordine bulgari et morlachi, che sono va-sladori per la Porla, et si fa preparation grandissime per far esercito. Si scusa non ha fatto avanti, il papa li ordinò lenisse secreto, et quando fo in questa terra parlò al Serenissimo, sté tre zorni solamente, se fosse sta cosa nociva al Stato non haria scritto la lettera e saria sialo in persona a Coslanli-nopoli. Et il papa aula la lettera li mandarla ; e altre parlicularità scrive. A dì 14 domenega. La malina, fo lettere di 19') Ratisbona, di 4, tenuta fin 5. 11 summario scriverò qui avanti. Vene sier Gregorio Pizamano el XL Zivil ve-chic, va proveditor zeneral in Dalmatia, tolse li-centia, partì il dì seguente; ma siete alcuni zorni a Lio, poi andò al suo viazo a star a Traù. Vcneno li Cai di X in Collegio et feno lezer una parte di quelli di Collegio se diseno villanie uno con l’altro; item portar lettere fuora di Collegio, Da poi disnar fo Gran Conseio, vene il Serenissimo. Fu letta per il Caroldo la parte presa nel Conseio di X a dì 12 di questo, de coetero si ob-servi la parte presa 1512 a dì 26 ottobre zerca l’intrar nel Conseio di X, si observi sotto gran pene, videlicet ordinari o extraordinari, da poi electi tre zorni entrino, aliter sia l'alto in loco loro, né si possi revocar, etc. Fu posto, per li Consieri, dar licenlia a sier Francesco de Mezo podestà di Oderzo, possi venir in questa città per zorni 15, lasando in loco suo sier Zuan Nadal di Mezo suo fradeilo. Fu presa, ave: 1047, 136, 13. Fo fatti tre Consieri di là da canal: sier Antonio da Mula, fo consier di Ossoduro, in scurlinio ballota solo e in Gran Conseio venne quintuplo, sier Marco Minio fo consier di San Polo, e di Santa Croce sier Polo Trivixan fo podestà a Padova, vene per scurlinio, e per Gran Conseio sier Gasparo Coniarmi fo savio del Conseio fu tolto et rimase di ballote . . . . El qual In scurlinio cazete di do ballote, sichè la sententia fu taiala in Pregadi. (1) La carta 18* è bianca,