677 uno spagnolo. Da poi vene nova che do compagnie de spagnoli havea amazà li soi capi, et cosi è vero ch’el signor marchese andete per remediar, loro se li voltò contro, et ave assai a solevarseet corse a Monzahan, et li spagnoli non se vole partir de lì prima che lui non perdona a tuli,-et che loro vole far do capi. Et se hanno messo insieme da zerca 4000 fanti, per quello se dize, che vanno hotinizando el non vole andar in terra todesca, el per questo stanno assai a passar per aquietar tutte queste genie, benché credo non debia pasar il ponte in tuta questa setimana. È sta terminalo, come il marchese sarà al ponte, di dar combialoa tuie le putane et ragazi destiteli maxime le pu-tane de Italia ; li cavalli lezieri non vole che li habia se non do cavali con el fameio, che ciascuno di loro liaveva tre o qualro cavali el femene. De fanti li capi squadra non habia se non uno ragazo, el capo de bandiera, uno ragazo et uno fameio, et li capitani non habia se non 5 cavali, zoé li capitani di le fantarie, luti li zenlilhomeni habia se non dui cavali con loro, a luto il resto dà combiato, che sera queste di le persone più di 3000. Questo mi ha diio il maiordomo di casa, che così il marchese ha falò intender a tuli et cosi farà la monslra al ponte de tuta la sua gente, ma dove i vano fa pezo che’l fuogo di S. Antonio di niin.tr excepto di brusar. È con Sua Signoria el conle Guido Rangon el bandidi assai di terre et luogi, et luti parla spagnolo. Ancora ho trovalo Antonio Fera-molin era captiamo di la illustrissima Signoria nostra mollo mal in ordine et dispoiado, liaveva in dosso uno saio di panno frusto, el questo se va-dagna a servir mal i soi signori. Hozi é passado per Gusolengo uno messo dii duca di Ferrara con uno cavalo grosso de Spagna bollissimo, mai è sta visto el più bello et ben forma, et lo conduse a donar a l’imperador. A di 31 luio partì tute le zenle erano aloza-de in Peschiera, et nel partir si atacò le compagnie di fanli a pè, zoé spagnoli, el fra loro fono a le mane et eomenzò a darsi archibusade et fono forzate a tornar indriedo 4 bandiere, et si tornò a Peschiera, li altri andò al ponte a DoIze;el conle Bonifazio se partì a dì soprascrilo amalado da Peschiera et andò a Verona, li altri .depuladi sono tuli persi senza soa signoria. Ozi è zonlo quelle maestranze che va in lago. 678 Del ditto, dì 2 ditto. Da novo l’è zonlo una lelera dii marchese dii Vasto, dice liaver acordato li spagnoli, et li ha promesso di darli doe page avanti che ’I passa il ponte. Qui in Verona son assà spagnoli che fanno far le tende da campo et comprano di le arme et altre cose, et fano secondo il suo costume de tuie le robe si fanno patroni, et in le vile dove i aloza et quelle compagnie tornò in Peschiera, come fono lì, melò man or 8 cassoni di pan et 4 feno andar a Monzahan mia 4 di là da Peschiera, volseno iu-trar et non pose in el caslelo, a dì ultimo fono a le man quelli di T arsenal a Lacise eh’ è sul lago, et fu ferito uno di quelli di la maistranza, zoé il capo, et è morto uno di quelli conlrabandieri et uno preso, el sono in questa terra. Ozi è sla mandà cassoni 25 di pan a li spagnoli, et ogni zorno se ne manderà aziò i non faza danno, ma luto è buia via. Con questi gioti é sta afilà il dazio di le porte di Verona al mese di moneda veronese'lire 3160, di la stadera lire 9210, di la scorta dii lago lire 2240. A dì 4, Domenega. La malina, fo letere di 271 Verona, zerca li spagnoli è aquietadi et passerano. Di Raspo di sier Sebastian Pìzamano, verifica la corarìa di Turchi in Corvatia eie., il suni-mario dirò poi. Da poi disnar, fo Gran Conscio. Vene il Serenissimo, fo leto per Nicolò Sagu-dino la parie presa nel Conseio di X con la botila a dì 26 Novembrio 1519 et una 1504, zerca queli danno danari per liaver oficii, magistrali, lenimenti el consegli, la pena hanno et cussi quelli che loleno. Da poi, il Serenissimo si levò, el parloe exce-lenlissimamenle, exortando luti a voler observar le leze et non per danari voler remanir ma viver virtuosamente, admonendoli, poi quelli saranno trovati sarano castigati, con savie et acomodale parole; et fo chiama li Avogadori di Cornuti, Cai di X el Censori, et admonendoli a la osbervaliou di tal leze, facendoli dar solenne sacramento, si-gnanter in questa materia. Fu posto, per li Consieri, una gratia, di uno fo condanà el bandito, absente zà 20 anni, el si va a presentar per purgar la inocentia sua, et fu presa. Fo buia il quarto seslier Montevechio, Santacroce, selembrio 1482. MDXXXU, AGOSTO.