293 MÜXXXII, JUCOIQ. 294 con Salona. Eri sera a bore due di notte vene a me uno con ledere di credenza da li agenti in Clissa del conle Piero Crusich, et par dariano quel loco a la Signoria nostra se li aiutasse, perchè hanno aviso turchi di brieve dieno venir a combatterlo. Li ha risposto bone parole, dicendo per la pace havemo con il signor Turco non po-demo impedirlo. Intendo il magnifico Muralh vui-voda, il cadi et lo emin dieno venir a Sqlona per fabrlcar e far li una gabella per dispensar sale. Scrive haver fallo le risegne di fanti, ha trova assai mediocremente, ma in li stratioti sono alouni di questi lochi si chiamano croati et sono boni ho-meni. Li fanti di Sibinico e Spalato por la mugior parte sono del paese, ne ha cassato alcuni, è ben li contestabeli li refazi le compagnie a Traù, tutti li fanti sono de la terra et questo procede per li scarsi pagamenti. Del ditto di 20 da Traù, ricevute a dì 27 ditto. Come a dì 18 ricevute 4 lettere col Senato drizate a lui et a li rectori di queste terre, di 11 de l’instante, unde, essendo a Spalato, parlò a a sier Nicolò Querini, qual abita in Alniessa, et Ij expose quanto è il voler di la Signoria, siehè reslò satisfatto, et li promise non si lassarla trar di Spalato vittuarie per Clissa, il qual si meravigliò che la Signoria nostra non havesse risposto a sue lettere ; li disse la Signoria non usava risponder, ma seri-vea a li soi ministri li dicesse il voler suo, come hanno fatto horci- Disse il ditto aver aviso da h sanzaehi qui vicini, il signor Turco potentissimo ca-valcheria in Horigaria, et havia scritto al re Zuane che’l venirla di fermo, et invernerà in Hongaria. Disse quelli di Clissa li danno speranza, se fra 6 giorni non li venirà soccorso dal re Ferdinando, che li daria il castello, et lui tien il re li tpanderti danari, il che non poi devedar non li mandi, perchè turchi mederai li rifiulevano a portar. Et disse haver in commission di tuorli tutto lo arcuilo, et quello non polrano tuor, brusarlo. Scrive ¡1 comandamento al sanzaco di Bossina e cadì di Scardona 114 per li raolini di Sibinico mandoe, et l’altro al sanzaco di Carzego si manderà cpn la istrution di danni ricevuti in questi territori di Traù et Spalato et procurar il restauro. Di Zara, di sier Alvise Bon conte et sier Vizenzo Zantani capitanio, di 17 et 20, ricevute a dì 17 mazo. Il capitanio di le fusle Bondimier ritornato de qui portò il Morlaco preso, qual si ha tolto taia ducati 300, et li 6 cavalli et la barca, li qual cavalli li Irovó in Albona, et andato a Bucari parlò ad Hironimo da Zara capitanio nel Danubio, qual era a Fiume per far omeni per l’armata del Danubio, etc. et restituì etc. Di novo sa dicea come a di 8 scrisseno turchi e morlachi esser stà rotti sopra Segna ; hora hanno dilli turchi et morlachi esser tornali con più anime et bollini assai, et hanno corso fino sopra le porle di Fiume a Segna, et di loro non è capitato male, solum dalli bulin capitò prima a Obrova?, dove Muralh voivoda mandò a tuor la soa parte ; et havemo quelli di Fiume et Segna sono venuti a Novegradi per riseato di anime. —Tenuta fin20. — Scrivono haver dato li 6 cavalli a li morlacchi, et fallo brusar la barca con gran contento loro. Et manda la lettera li ha scritto il deflordar di Obrovaz, Turali agà, ringraràndoli. Di Antona, di sier Filippo Basadonna capitanio di le gañe di Fiandra,, date a dì 27 Aprile, ricevute a dì 26 Mazo. Come per compir di pagar li galioti di la galìa Grimana è infelada di morbo, et morti da 10, sì ha falto provisión, spera non sarà altro ; le galìe tutte sono stivate. Il re li ha scritto una lettera voi lassarli do marangoni per conzar una so nave ; li ha risposto qupsli non è atti a questo, pur farà quello voi Spa Maestà. Da Roma, dii Temer orator, di 25, ricevute a dì 29 Mazo. Come a li 17 ricevete tre nostre, una di 2G aprile, et do d¡ 10 et 13 de l’instante, con avisi da Constanlinopoli. El di le fuste barbaresche venute in Golfo. I qual avisi comunico« al pontefice, et di ditte fuste li dispiacque rapito, dicendo haver mandato lo episcopo di Pavja a fortificar Ancona, et voi mandarli alcuni pezi de arlel-laria grossa tratta di Ppro^a et fanti, et cussi a li altri loci di marina, et disse così faranno questi cesarei si ne l’Appuzo, come in la Puia a tplti li loci de imporlantia a la marina, et per l’armar ha mandato Soa Santità a Genpa domino Ambrosio Doria al signor Andrea Doria con li danari per armar le 10 galìe, sicorpe si obligó di pagar. Nella congregatipn di 12 reverendissimi cardinali fatta, ha inteso fo rasonato di la Signoria nostra, unde andò dal reverendissimo Farnese, qual è afficio-nato etc. ; disse che fo ditto d¡ la oblalion dii re Cristianissimo per Italia contra turchi, mandato a dir per monsignor de ViUers, qual gionse qui a dì 15, però che Soa Maestà richiede decime do al clero nel suo regno, essendo stà concesso questo ad altri principi che possino scuoder da li ecclesiastici, dicendo Cesare e la Signoria nostra, et li reverendissimi Trani et Cesis parlono per lo interesse loro, unde il papa parlò et si resentì al-