MDXXXII, LUGLIO. 582 altri che s’hanno, ma de più dice che GO milia ca- 581 Et de omnibus aliis articulis de quibus in signatura austriaca mentio facta est poterunt domini mei granosissimi et gratiosi ulterius iusta suum beneplacitum compiere, traclare et concludere. 230 Da Ratisbona, a li 29 de Zugno 1532. Li ordini che sono stati dati circa le cose de la guera si vanno eseguendo, et tutavia se mandano genti a la via de Hongaria, se crede che a questa hora quele frontiere de Strigonia, Posonia e l’isola de Visgrado, che sono quelli lochi che in Hongaria pensano de difendere, siano al tutto provedute, perchè oltra il continuo presidio che ivi s’è tenuto hanno deputati 15 milia bohemi a la defensione de quelli lochi. In Vienna tuttavia se manda gente et si pensa de ponervi dentro 10 milia fanti et 800 cavalli, che con tanti pare che la si possi difender da ogni suprema potentia. Questa gagliarda provisione che se fa in Viena non saria cosi dii presente necessaria, quando si sapesse che ’I Turco havesse da far el camino drito per Hongaria, perchè bisognarla dare di capo in quelli lochi che qui di sopra dirò esser ben premuniti ; ma perchè può per altre vie penetrar in l’Austria, per non esser colti de improviso in alcun loco se fanno queste provision. Più per conieclura che per avisi se lien che a quest’ hora el Turco sia a Belgrado perchè da la nuova che a li dui dii presente era di là da Belgrado qualordici giornale in quà non ce n’è altra che parli del certo, se dice bene che l’era gionlo a Pietravaradin eli’è di quà da Belgrado 8 leghe, però non si ha per indubitato. Si è partito da la corte monsignor de Gropen Borgognone, qual va per solicilar li cavali dii Paese Basso et per aviar de Borgogna in quà 100 homeni d’arme et 200 cavalli lezieri. 230* Il duca Gulielmo de Baviera è venuto a la corte et già è stalo due volte a parlar con Sua Maestà per onde si lene per cerio che quele poche diffe-rentie che erano tra il serenissimo re di Romani et quelli signori siano assetate, che è cosa de molto momento, tanto più quanto che del convento de Nurimberg non se sente cosa buona, anzi lutherani quanto più cognoscono le necessità de quà magiori tanto più stanno indurati et pertinaci, però ancor li elelori Palatino et Maguntino non sono ritornali. Da poi scrila, ma non data la presente letera, sono gionti avisi de Polonia a lo ambasalor di quel re circa la venuta dii Turco, dii tempo et dii numero infinito de le genti sono conformi a tuli li valli de tartari sono in esser per la medesima impresa el 30 milia valachi, le qual genti per niezo julio in circa sarano in Hongaria o in queli contorni, secondo l’ordine che hanno dal Turco, il qual precisamente non si sa. Dice che missier Luigi Grilli è venuto in Valachia, el per ordiue dii Turco ha falò tagliar la testa al vayvoda de quella provincia et ne ha istituito un altro. La Maestà Cesarea se truova assai bene de la persona, et sta così volentieri in quella solitudine che non si parla ancor dii ritorno. Da Genoa a li 21 Zugno 1532 sciite al signor 231 duca di Mantoa. Beri arrivò Slefanino coriero, qual viene da la corte Cesarea, el in rescrilo non ha portato altro di novo, salvo che Pexereilo lurchesco procedeva tuttavia manzi et che lo imperatore andava apresso ad armarsi, la cui Maestà per hora deve ben provedere Viena et ivi far capo, pensando poi con più tempo provédere, non havendo mai creduto totalmente la venula dii Turco, salvo da poco tempo in quà. El signor Ferante da Gonzaga et il signor Marcello Colonna sono venuti a Mantova in posta, con ordine de far certo numero de cavalli lezieri ; el il marchese dii Guastò ha havulo ordine de compire fino al numero de 20 milia fanti, et de farli con ogni diligentia possibile, con li quali debba andare in Alemagna. Sua Maestà ha scrito al papa che attendi con li principi de Italia a ben guardarla, et bisognando fare spesa, se contenta contribuire a una parte, et cussi ha scrito a questa cità, et non venirano più li alemani in Italia come prima si era dito. Lo ambasator Cesareo, el capilanio domino Andrea Doria et Joan Reyna sono stati assai insieme, et hanno resoluto, per quelo intende, che missier Erasmo Doria vadi a Napoli et forsi in Sicilia per certificarsi che si habbino 6000 fanti de queli senza altra spesa, per meler su l’armala, il che che quando non possino haver, et il cardinale Colonna se ne voglia servire in quelle bande, pensano doverli dar, et cussi partirà diio missier Erasmo da matina con una galia. Si dà tuta la pressa possibile a l’armala, et questa sera ch’é fato bon tempo sono uscite fora molle nave et tuie andavano per hora a Porto Venere. El capitanio domino Andrea Doria pensa de partire presto con le galìe, non bisogna che l’aspeti le 4 sono andate in Spagna per danari, le quale a li 22 erano ancora a Villafranca, et se dubita che