25 MDXXXIÌ, APRILE. 26 de Hongaria, qual è abitante de qui, et hessendo ritornalo sabato, dice esser stato in Lubiana, dove se facea conseio per crear uno orator per nome dii re Ferdinando, al Signor turco, el questo fu a li 10 de marzo ; poi andò in Petovia, dove nulla intese ; andò poi a Cinquecbiesie, parlò con uno parente suo et nulla era de novo. Dice lì praticoe con molli turchi con diverse mereantie, et danno obedientia al re Zuane; poi andò a Presburch, dove se incorona il re de Hongaria, et lì era el re Zuane; dice ha-\erlo visto ; con lui era uno turco de reputalion, qual pensa dover esser uno sanzaco dii Turco, el era sta insieme con uno homo dii re Zuane a uno loco se chiama Radigova, dove atrovandose alcuni nonlii dii re de Romani per veder de far qualche accordo, se dice erano parlili senza conclusione ; et 17 over 18 zorni era che ’1 re Zuane partì de lì per andar a Varadin per andar poi in Transilvania. Dice in quelle parte di la Scrinia non farse provi-sion alcuna, exceplo haveano fatto uno capilanio chiamato Cocianer per nome dii re Ferdinando. Dice haver inleso in tutti li lochi dii Signor turco, da Belgrado in suso, in Scrinia farsi grandissime pro-vision de vitluarie, et che era sta fatto comatida-mento, da parte dii re Zunne, che (ulti stagino in ordine, perchè si dice voler venir fino a Vienna, ma che quelli de Hongaria mal volentieri se ino-veno. Dimandato quel se diceva dii reverendo Griti, dice che ’1 se diceva si dovea partir da Constanti-nopoli per Polonia. Da Traù, di sier Alvise Callo conte et ca-pitanio, di 24 marzo, ricevute a dì 6 aprii. Come, per uno Turco de bona fama hozi capitalo de qui per sue facende et altre, si ha el bassa de la Bossina et Murati) Cadmia, qual è lì col bassa, fanno con solliciludine adunar gente a piedi et a cavallo in più numero poleno, per qual impresa non sa. Item, beri Macalochio, capo di le gente turchesche a Salona, ha dillo haver aviso che venendo per la Bossina do oratori dii re de Romani con presenti per andar a la Porla, et che per el Signor de quela provintia è sta inlertenuli, et spazato uno olaco a la Porta, et che se ragiona tra turchi che i non saranno admessi. Scrive haver fatto publicar la parte de I’ ¡mprestedo dii clero, et niun fin bora è veuuio a pagar. Di Anglia, dì sier Carlo Capello orator, date a Londra a dì 25 fevrer, ricevute a dì 6 aprii. Come heri ave lettere di Antona dii capitalo di le galie, di 22, manda la copia, et richiede lettere a quelli governadori li dagi aiuto a punir quelli feno quel insulto eie., unde non potendo parlar al re, parlò al duca de Norfolch, pregando volesse scriver eie. Disse la cosa non è di sorte che merita pena capitale, ma ben di mediocre pena. Il patron Grimani è stato da me, dicendo lui el il patron Bragadin è sta astretti dal capìtanio a dar el pan a li galioti. Heri sera vene un corier di Roma, non sa la causa. Il nontio dii papa spesso va a corte. Quel Andrea Corsili nontio dii re Zuane è partito acarezalo el presentato da questa Maestà. El duca de Norfolch se ha doleslo con lui orator, dicendo quella Signoria fa iniuria al re fuora di ogni ragion, a non voler lassar venir in sua defension li dolori de Padoa, eie. Dii ditto, di 13 marzo, ricevute a dì 6 de aprii. Come a dì primo de l’instante, il duca de Norfolch andò a Dobla contra lo episcopo de Vise-slre, tornava de Franza con uno dei secreti camerieri dii re Christianissimo, el a dì 4 parlò al pre-falo et lui ritornò in Franza, el zerca el divorlio et il matrimonio de la principessa le cose non succedono ad vota, et questo Serenissimo re se risente dii re Christianissimo et dii Papa, et monsignor di kb*8)* Visestre ha referilo nel parlamento che ’1 Pontefice non poi far altro, unde il Papa è venuto in indi* gnalion et il re al tulio voi veder la fin dii divorilo. Il termine è la domenica de le Palme, et terminato se habbi a perlongar. Sono venuti 14 francesi col vescovo di Visestre spogliati da alcune nave di questa insula, li qual ancora non è stà expedili. Dii ditto, dì 20. Come ricevete lettere nostre di 28 fevrer et 2 dii presente, ma quelle di 20 non ha haute. Heri fo a corte per purgar la Signoria nostra di dolori de Padoa eie., et non potendo parlar al re, parlò al duca de Norfolch et altri dii Conseio secreto, quali inteso le excusalion nostre, ri-sposeno quelli che lezeno bisognavano andasse a Roma et non altri. Et lui orator disse bastava aver hauto li consegli suoi, con altre parole, che partendosi quelli lezeno saria minar el Studio de Padoa. Il conte Dulcer mostrava moversi, ma il duca de Norfolch disse che il re non sperava questo haver da la Signoria nostra etc. Scrive, il parlamento se redurà a li 15 de aprii, et hanno termina non se pagino più rate a! Papa de li episcopali el de ogni allra sorte di beneficii : vero è che questa deliberatici) nasce dal voler regio, ma il re non P ha ancora ratificata, el hanno scritto al Papa, se questa cosa si fa, darà tanta utilità al re quanto ha Sua Maestà de intrada, et darà uno vescoado a uno che ha uno altro et quello a uno altro, siché il vacar de