873 UDXXXII, AGOSTO. 874 exercilo, el primo : Le genie che Su;i Maestà conduce a sue spese sono le infrascritte : spagnoli a piedi 7000, italiani a piedi 13 milia, cavalli italiani 2000, cavalli de la bassa Alemagna et Borgogna 6000, 70 pezzi de artellaria con le sue munitioni, guastatori Ì000, et tutte queste gente sono olirà quelle di la sua casa. El re di Romani, olirà lè gente sue che sono in Vienna, Posonia, Slrigonia et Neuslath, el Isola da 8000 cavalli, el questo anche olirà le gente di l’armata che Sua Maestà tiene sopra il Danubio. Le gente dell’ imperio sono fanti 30 milia et 5000 cavalli a spese de li principi et terre imperiali, olirà alcuni così cattolici, come luterani che per signalarsi danno più di quello che cape il suo compartimento. Il regno di Boemia et di la Moravia et Slesia 35 milia hotneni da piedi et cavalli con artellarie el munilion necessarie. El papa paga 10 milia cavalli hongari. Molla parte di quesla genie è già passala al basso et slà zerca de Viena el tulio il resto è por camino, di maniera che per megio setembre si spera che quesle Maestà si potranno metter in campo et andar a trovar lo inimico. Di più di questo vengono gente di lulla la cristianità per Irovarse a quesla ¡ornala, et fra le altre viene uno conte di Ceano capitano generale del re di Polonia. L’armala di mare dii Turco partì da Constan-tinopoli con 70 galere et 30 fusle et trovò per camino altre 40 fuste de corsari, con che se agionla, ma viene tanto mal in ordine, che si spera che la cristiana levando come lieva 12 milia homeni da poter metter in terra et arme pur 25 milia homeni che si spera che in Natòlia si debbano levare conira il Turco, perchè sono lutti cristiani, si haverà certa vittoria da quella banda et da quesla ancora. Di Roma a li 23, scritte al signor duca di Mantoa. Heri l’ambassador del re Cristianissimo fu con Nostro Signore, dolendosi che havendo lui in nome del suo re offerto a Sua Santità e Sua Maestà Cristianissima fatto oferire a la Maestà Cesarea aiuto e soccorso contra del Turco et sui porti, «lanari et gente quanto ella potrà a defunsione de la cristianità el far la demoslrazione che a un fedele re cristiano si convengino, mai da la prefata Santità nè da altri non solamente è stata resolula, ma ancor ascollala, parendo che quasi siano disprezate le offerte che Sua Maestà fa a beneficio di la fede cristiana, che non le stimano, nè lengouo conto, cosa che non si dovrebbe già far bora speciabnenle vedendosi gioliti nei pericoli che noi se Irovamo involti, et par che basti di calumniarla de intelli-genlia, et basii, et che volendo Sua Beatitudine chiarirse ben del tulio, mandi un suo persouagio al prefato re Cristianissimo in diligenlia che dalla prefala Maestà gli sarà ratificala el confirmale le dille offerle et ancor di più assai, el in caso che ella non gli vogli mandare contentandosi quelli ditto ambasciatore vi manderà uno di sui. Il predio Nostro Signore ha risposto che ringratia, che vi pensarà, el fra doi giorni gli farà risposta. Summario di mia lettera di sicr Francesco 348 Pasqualigo proveditor di V armada, date in galla appresso Caxoppo a dì 15 Avo-sto 1532, scritta a sier Nicolo so fradeUo, ricevuta a dì . . . dillo per la galla, so-racomito sicr Piero Bon di Candia. In questi zorni l’armata del Signor Turco è stata in la Prevesa et hanno palmate alcune poche galìe et a11re hanno nonbolizzate el suo star de lì el levarse; per più vie haveamo dilla armala dovea andar a Corfù et poi a la Valona. El perchè dilla armata non si move et si parlava variamente, fo deliberà mandar ditto domino Piero Bon per nome dii clarissimo zeneral al capilanio di ditta armala per visitar Sua Signoria et intender de fusle 7, le qual ii lendevemo esser partile di I’ armala si quelle erano ussite del suo ordine, pregandola che li sub 'iti et cose de la Signoria nostra li siano per aricomandate et li dicese ancor come per più bande se havea l’armada de messer Andrea Doria esser zonta in Cicilia, et con queste parole in sustanlia andasse per intender quello i fazevano et erano per far, donde ditto messer Piero se pirli a li 13 de sera da la riviera de Portolongo, et hozi è zonto qui a bore 8 di zorno. Referisse esser slà ben visto dal dillo el zerca le fusle che’l capilanio havea mandalo 30 vele a zerear dille 7 fusle partile che alendevano a Levante, et che lui era per tornar in stretto a Costantinopoli, el havea inviato a Corlù 5 galìe et fusle 4 con ducati 2000 per investir in tanti panni di seda per portar a Costantinopoli, el per esser a parlamento con il nostro clarissimo zeneral, et inteso questo, hessendo nui a Porto Palermo il venir di dille galìe a la volta di Corfù iu-dicando fosse 1’ anliguarda el che il resto di l’armala la seguisse, se havemo levali el volevamo andar ili foravia de l’insula e inlrar in canal di Corfù per venirli driedo. El poi per la relation de ditto domino Piero Bon dii venir di quelle galìe .